martedì 25 novembre 2014

G.P.S.

Quando almeno da due anni e di recente, cfr. l’articolo “Vigilia D’Armi” del 4 novembre, sostenevamo che la crisi ucraina era funzionale al nuovo strumento d’attacco GPS (Global Prompt Strike) realizzato dagli U.S.A. abbiamo ricevuto molte critiche. Paradossalmente anche da amici russi (o simpatizzanti) che sostenevano l’ “invulnerabilità” della Federazione a ogni attacco. Oggi però, le stesse cose le dicono “La Voce della Russia” e “Russia Today”. Cerchiamo di dare una breve sintesi di quanto da loro scritto negli ultimi giorni. Già in agosto il governo ucraino ha presentato al parlamento la legge sull’abolizione dello status neutrale e sulla ripresa della linea verso l’ingresso dell’Ucraina nella NATO. Ma erano vicine le elezioni, per cui la commissione per la sicurezza nazionale e per la difesa del parlamento ha raccomandato di esaminare la questione già con la nuova composizione del parlamento. Ma quali che siano le leggi approvate dai deputati, le prospettive di entrata dell’Ucraina nell’alleanza sono assai vaghe, dice Serghej Ermakov, un noto esperto dell’ “Istituto Russo delle Ricerche Strategiche”: Le prospettive di cambiamento dello status neutrale dell’Ucraina secondo lui sembrano illusorie. Pensa che i nuovi dirigenti ucraini lavoreranno per fissare nella costituzione tutti i necessari cambiamenti. Tali cambiamenti serviranno ai nuovi dirigenti perché non si sentono capaci di venire a capo né della difficile situazione in politica estera, né di quella in politica interna ed economica in caduta libera. Vedono cioè la possibilità di incanalare il malcontento della popolazione per la drammatica situazione economica verso la Russia. Il che non può che significare “guerra”. E’ la loro ultima risorsa, che però viene a combaciare perfettamente coi piani di Washington. Negli USA capiscono benissimo in quale stato deplorevole versano l’economia e la politica dell’Ucraina. Ma ciò li preoccupa poco. Per Washington l’importante è mantenere nelle autorità di Kiev la convinzione che per gli ucraini stia per arrivare da un momento all’altro il paradiso nordatlantico ed europeo. Venerdì il rappresentante del Dipartimento di Stato, Jeff Ratke, ha dichiarato che l’America sostiene l’aspirazione dell’Ucraina di diventare membro dell’alleanza. A che ciò serve agli USA? È una buona occasione per far paura all’Europa e per motivare l’estensione dei confini della NATO. Ma tale estensione crea già una minaccia diretta per la sicurezza della Russia, afferma l’esperto militare Andrej Klinćevič: “Ci rendiamo perfettamente conto che la tendenza principale nella NATO è imposta dagli USA che si assumono il principale onere finanziario. Ma i paesi scelgono questa alleanza come protezione dall’aggressione esterna. Ed invece, gli americani impongono loro una strategia offensiva. La loro concezione più recente è la “teoria del colpo globale”, quando nell’arco di un’ora dopo l’adozione della relativa decisione deve essere inflitto un colpo con le forze non nucleari contro quasiasi bersaglio mobile e stazionario in qualsiasi punto del mondo. In altre parole, hanno riveduto la costruzione delle forze armate comprendendo che se assesteranno per primi il colpo con le forze non nucleari, non è garantito che l’avversario si deciderà ad infliggere un colpo nucleare”. Quindi Klincevic percepisce e lo esplicita perfettamente quello che è lo scopo finale della conquista dell’Ucraina da parte U.S.A.. Il tempo di arrivo di missili da crociera dall’Ucraina al territorio della Russia è di alcuni minuti. In questo caso si vede nettamente la tendenza di avvicinamento ai confini russi per poter assestare il “colpo disarmante” previsto dal “Global Prompt Strike”. Anche influenti esperti americani convengono che si tratta appunto di un’aggressione della NATO, anziché di quella della Russia, sbandierata dai “media di casa nostra”. L’Alleanza Atlantica la scelto la strategia “tutto o niente”, scrive James Petras, professore dell’Università di Binghamton di New York, nell’edizione Global Research. Per occupare tutta l’Ucraina la NATO distrugge con le mani della stessa Ucraina il sud-est ribelle del paese, elimina la sua popolazione e produzione e conduce anche una massiccia guerra economica contro la Russia, rileva Petras. Di fatto la NATO ha riservato sin d’ora all’Ucraina il ruolo di una gigantesca base militare multifunzionale degli USA nell’Europa Orientale. Stando al professore, le conseguenze di questa strategia diventano più serie ogni giorno. L’uno dopo l’altro. Anche in Europa capiscono che Washington ha deciso di cavar le castagne dal fuoco con le mani di altri. Persino se l’Alleanza NATO riuscirà a realizzare il suo “primo colpo” (come garantiscono gli strateghi americani), gli europei ne risentiranno lo stesso. La priorità e la sicurezza dell’Europa dipende non dall’avanzamento della NATO verso l’Est, né dalla creazione di nuove basi militari. Lo capiscono bene, ad esempio, in Finlandia che non vuole entrare nell’alleanza. Secondo le parole del presidente finlandese Sauli Niinistö, l’ingresso della Finlandia nella NATO potrebbe peggiorare sensibilmente i rapporti del suo paese con la Russia. Ma la Russia oggi è uno Stato forte. A che serve guastare i rapporti con la stessa? Apparentemente a nulla, a meno che, cosa perfettamente possibile nella testa degli strateghi del Pentagono, si pensi davvero si usare il “primo colpo” garantito dal “Global Prompt Strike”, accorciando come detto al massimo le distanze e quindi i tempi di volo e d’attacco. Quello che al di là di tutto è confortante è che, almeno in Russia, se ne sono accorti al di là di un po’ di retorica che non guasta, ma che può diventare molto pericolosa se ci si autoconvince e ce ne si lascia guidare. Va aggiunto che, meno di un anno fa, N. Sorokin, aveva affrontato su “La Voce della Russia” il tema del G.P.S. in Russia (chiamato P.G.S.), elencandone già i pericoli. Oggi, dopo la crisi Ucraina e la guerra in corso, i suoi scopi sono ancora più evidenti e gli interventi dei giorni scorsi di Russia Today e de “La Voce”, lo rendono palese. 
 Il Cancelliere