sabato 15 novembre 2014

La piccola sinistra di.. governo

Sembra davvero che il palcoscenico romano sia stato preso in prestito dal nostro Art Director. Non mancano gli effetti speciali tanto meno gli spettacoli pagati, mai visti.   Alla fine, Matteo Renzi e la minoranza Pd siglano l’accordo sul Jobs Act. La legge delega sul lavoro verrà votata dalla Camera entro la fine del mese, ma sarà modificata recependo alcune indicazioni della direzione Dem. In sostanza, è stata in parte accolta la richiesta della minoranza di..sinistra per inserire nelle specifiche sui licenziamenti disciplinari la permanenza del diritto alla reintegra sul posto di lavoro stabilito dall’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori. Questo è il dato tecnico, sul quale ha lavorato il premier in prima persona, con il prezioso aiuto della Boschi. I dettagli sono stati messi a fuoco in una riunione del presidente della Commissione Lavoro della Camera Cesare Damiano, ex Cgil, con il responsabile Economia e Lavoro del Pd, Filippo Taddei, (subito messo sotto scorta) e gli altri membri Dem della stessa commissione. Il dato politico è che questo accordo sottolinea una spaccatura forse definitiva all’interno della minoranza. Ed è il risultato più sostanziale che Pittibimbo porta a casa. L’intesa non soddisfa Pippo Civati e anche Gianni Cuperlo è molto scettico, ma non succederà niente. Chi ha vinto o perso? Non ci vuole molto a capire che senza l'entrata in campo di Landini Fiom e...dopo della Cgil, avrebbero trangugiato anche l'ennesima porcata. Lo sciopero ci sarà lo stesso, come dicono nella scandalosa dependance democratica, il Condhotel Huffy Post, i lavoratori oggi pensano ad allungare il ponte. In altri tempi simili affermazioni non ti erano permesse. Pittibimbo con una tattica tipicamente verdiniana, il suo mentore, ha dovuto riconoscere che non è onnipotente, nonostante la Boschi. Ha scelto la riduzione del danno e della faccia. Ha fatto arrabbiare il bagnino Alfano. Non si è preoccupato nessuno, tanto meno Giorgio Mussoni, ras dell'Oasi, l'unica persona intelligente in quel calderone demaniale. Ha capito, non da oggi, che senza l'appoggio del Pd vanno a piantare gli ombrelloni a Bruxelles. Stefano Fassina che rappresenta la ragione visibile ed accertabile per la quale Renzi non corre rischi invece gongola sul presunto successo ottenuto. Ha dovuto sacrificare un pezzo inutile della sua maggioranza napolitana ma ha quasi compattato il partito. Oserei dire che anche questa volta se l'è cavata. Con il Paese sarà un'altra storia. L'unico avversario che lo aveva terribilmente spaventato è andato a trovare Affronte, ha ottenuto entusiastici commenti dalla stampa ..estera. Quella italiana ha invece malignamente "descritto" di quale pasta sia il nuovo alleato europeo. Sono i rischi che si corrono quando vuoi fare politica sperando di giocare su tutti i tavoli, senza una connotazione precisa. Alla fine ti lasciano Farage e Januzs Korwin-Mikke. E' sabato, giorno di mercato ambulante, andate a vedere e magari..comprare, sono le ultime occasioni.