lunedì 24 novembre 2014

La Morte del Cigno

Luigi Camporesi si è dimesso. Raffaella Sensoli prima nelle preferenze tra i candidati a 5 Stelle. Ogni elezione spezza degli equilibri, anche una in cui non va a votare nessuno. I dati, nella loro povertà sono chiari. Sono andati a votare la metà degli aventi diritto rispetto alle precedenti regionali. Poco più del 30%, roba che se succede per un’amministrazione di condominio bisogna prepararsi a un anno di coltellate. Chi si è spartito la miseria? Il Re dei poveracci è il PD. Il Premiato Poltronificio si è assicurato il 40%, ma non del totale, del 30%. Ha raccattato nella provincia di Rimini 33 mila voti che si sono spartiti i due eletti Pruccoli e Rossi alla modica spesa di una campagna “volantino extralusso” per il primo e di 300 mila euro in casette CI.Vi.Vo per la seconda. Medaglia d’argento del Riminese, tenetevi la pancia, la Lega con il 17,85% e nessun eletto, anche perché chi è la Lega? Non lo sappiamo. L’unica cosa che ci è dato sapere è che a Rimini basta che prometti di cacciare lo Straniero e qualche voto lo raccatti, anche se poi non c’è nessuno a rappresentare. Il voto è sacro, anche quello di un razzista. Terza forza, al 17,24%, 504 voti di differenza, il Movimento 5 Stelle. Hanno scoperto le malefatte sull’aeroporto, sono stati vicini agli abitanti del ponte di via Coletti, hanno sostenuto gli ambulanti, hanno dato modo a tutti i comitati della città di avere voce, hanno portato parlamentari sul tracciato del TRC (etc), ma l’unica cosa che dovevano fare era dare fuoco a un campo ROM, perché Grillo non deve dire le parolacce, ma se fosse un po’ più razzista….. Qui l’eletto c’è. E’ Raffaella Sensoli, classe ’81, grintosa e determinata. Di contro però viene perso Luigi Camporesi che, giustamente, avrà pensato che sia inutile buttare risorse personali se questo risultato è il ringraziamento. La Rimini del 2016 ha perso un prestigioso competitor, chissà che nella palestra spartana del Movimento di Rimini non ne nasca un altro. E’ già il momento di pensarci. Una nota. Impietoso il confronto con la Bologna dei veleni, da dove partono tutte le diatribe del Movimento. Il coordinamento delle attività elettorali, Il maggior radicamento e la possibilità di avere un Grillo a sorpresa (nemmeno troppo), hanno prodotto un 13,18%. In un bacino elettorale con il 10% in più dei votanti, a Bologna ha votato il 40% degli aventi diritto, pare punire le manovre ormai mal sopportate dalla base. E gli altri? Tutti i simboli in gara hanno ottenuto risultati variabili dal 3 al 4%, a parte Forza Italia che si attesta a un prestigioso 7% (pare che abbiano contribuito molto i ristoratori). Personale soddisfazione dello scrivente è il 2,68% preso da simbolo di Pazzaglia, il quale dopo aver abbandonato il suo mandato con la velleità di prendersene un altro, ha basato la sua campagna elettorale nel dare contro allo stesso PD di cui ha appoggiato le più grandi vaccate in Consiglio Comunale. Sarà un piacere rivederlo in un posto dove non vuole stare. E’ il cigno del titolo dove è finito. Quello era la politica. Nobile per aspirazione è morta intossicata dai rimborsi spese, dalle collusioni con il mondo degli affari e dalla lontananza dalla gente. Qualcuno rifletterà, altri penseranno che ancora una volta gli è andata bene, ma il dato è preoccupante perché all’estraneo prima o poi si cerca di eliminarlo, Lega docet. 
 P.S. Pensavate di esservi astenuti per protesta ed invece avete praticamente votato PD. Bel risultato, spero almeno che l’aperitivo domenicale fosse preparato bene. @DadoCardone