giovedì 27 novembre 2014

WiWa Fregni

Ho sempre avuto una certa ammirazione..giornalistica per Franco Fregni. Ricordo una simpatica pettinata laica al Vescovo allora operante, accusato di eccessiva presenza politica. La fece dalla pregiata barberia de La Voce. Non gli deve avere giovato ..giornalisticamente. Ho avuto modo di rinnovarla leggendo Rimini 2.0, ottimo blog informativo, sempre a patto che frenino le pubblicità immobiliari di Condhotel Gambini. La sua analisi sui risultati domenicali è assolutamente condivisibile: Ci si aspettava un’astensione molto forte, ma i risultati sono stati clamorosi. Ha votato solo il 37,6% in Emilia Romagna, a Rimini solo il 33%. Alle precedenti regionali si era recato alle urne il 68% degli elettori, dato già largamente sotto la media per i nostri territori, sempre virtuosi per quel che riguarda l’affluenza al voto. Si tratta di un messaggio politico fortissimo che gli elettori emiliano romagnoli hanno lanciato alla loro classe politica. La sua traduzione è molto chiara: “Questa politica non risolve i problemi, ma anzi ne crea e sottrae risorse. Non vi vogliamo più, non siete legittimati a governarci, chi verrà eletto non rappresenta nessuno”. Adesso si blatererà della vittoria della “antipolitica”, delle regole della democrazia che devono valere comunque e peggio per chi non è andato alle urne ecc. ecc. Si tratta dell’ennesimo errore di valutazione, forse l’ultimo, che si sommerebbe a decenni di sbagli e soprattutto di incuranza e strafottenza della politica, arroccata nelle sue oscure torri di Mordor (anche se in questo caso sono color avorio e sovrastano Bologna). In realtà si tratta di una travolgente vittoria della vera politica, una vittoria silenziosa ma che fa più clamore di una straripante manifestazione di piazza. Chi dice basta non è un popolo di ignoranti menefreghisti, ma sono i cittadini di un territorio all’avanguardia dal punto di vista economico e sociale, dove il civismo, l’associazionismo e la partecipazione sono valori secolari, non frasi fatte. Non stiamo parlando di una popolazione di poveri beoti, incapaci e malavitosi, ma di una terra dove gran parte delle persone ha un’educazione superiore, lavora e produce come in poche altre zone d’Europa, ha una vita sociale, associativa, sportiva e di volontariato straordinaria. Ho riportato esattamente le sue parole che tracciano stupendamente il quadro regionale e ..locale. Ci aggiungo, usandole, la mia opinione, non certo nuova ma sperimentata vittoriosamente a Riccione, sulla necessità di cambiare passo e potere a Rimini. La composizione della casta riminese è tra le più vergognose. L'inciucio a Rimini risale all'epoca di Chicchi, quando fece il primo governo locale demo-comunista. Poi è stato il diluvio. I primi vagiti del piddismo furono emessi dieci anni orsono con l'unione dei gruppi consiliari Ds-Margherita nella Provincia di Nando Fabbri. L'istituzionalizzazione dell'ingresso ufficiale della democristianeria negli eredi del comunismo. I Cda di Fiera e Palas sono stati i simboli di un consociativismo ormai scomparso solo per le evidenti ragioni fallimentari delle strutture pubbliche, a noi non resta che pagarli. Gli ambulanti verranno cacciati non per fare posto ad un Fossato ma per cancellare ogni timida concorrenza commerciale al Conad Cagnoni. Il concetto della presidenza alla sinistra e la gestione a cielle è stato un dogma imperante. Camporesi ha capito cosa vuole dire fare opposizione a Rimini. Erano più i nemici nelle poltrone vicine che quelli di fronte. E' la storia di Rimini. sarebbe giusto una volta tanto cambiarla od almeno tentare.
P.S.
Il padre dell'euro che ci ha rovinati, Romano Prodi ha fatto eleggere consigliera regionale a Bologna sua nipote Silvia con l'aiuto di..Civati. Melucci, con la tua..nipote sei stato parco!