giovedì 27 novembre 2014

Straordinario? Non tanto

I giornali italiani di stamattina riportano una notizia, apparentemente singolare. Che l’Ue impone all’Italia la stabilizzazione di circa 250.000 insegnanti non di ruolo. I cosiddetti “precari della scuola”. La cosa appare a prima vista straordinaria se si osserva che la “de-precarizzazione” di questo settore del pubblico impiego, praticamente coincide con la “precarizzazione” peraltro già avanzatissima, del settore privato attraverso il cosiddetto “Jobs Act”. Anche questo è stato presentato come una pressante richiesta dell’Ue per de-regolamentare e rendere flessibile al massimo il mercato del lavoro. Non si potrebbe pensare ad una contraddizione più stridente. In realtà però non è così. Con questo duplice standard per i privati e per i pubblici si realizza, attraverso l’Ue e le singole legislazioni statali, quella che nel 2008 fu una delle più brillanti “profezie” del Cancelliere. Egli ci avvisò che nella futura società “neofeudale” che sarebbe scaturita dalla grande depressione allora agli inizi si sarebbe creato un vero e proprio sistema abbastanza simile a quello feudale dove i dipendenti diretti del “castello” (o casta se preferite) avrebbero per forza dovuto avere un trattamento diverso e migliore dalla massa della moderna plebe rappresentata appunto dai lavoratori del settore privato, oltre che, da gran parte dei cosiddetti “autonomi”. Questo per una ragione semplicissima dimostrata tra l’altro dalle percentuali di voto delle ultime tornate elettorali. Ormai il semplice lavoratore e il lavoro in se stesso viene considerato spazzatura (waste) e di fatto emarginato o più esattamente autoemarginato da qualsiasi potere contrattuale. Specialmente politico. All’educazione all’autoemarginazione provvedono i moderni sistemi di comunicazione di massa occidentali nonché la stessa forma dell’organizzazione post industriale che rendono i lavoratori privati assolutamente sconosciuti l’uno all’altro e soggetti al potere arbitrario e senza garanzie del datore di lavoro. Però i moderni sistemi politici democratici hanno bisogno di una, sia pur minima, legittimazione “democratica” garantita da quel 30/40% di aventi diritto che ormai partecipano al voto. Occorre perciò per il “Castello” raccogliere almeno il 50% di questo 30/40%. Quindi il nuovo sistema “neo feudale” si deve per forza basare su due presupposti: 1) bassa partecipazione al voto, 2) fidelizzazione, all’interno dei partecipanti, di un numero sufficiente di soggetti che attraverso privilegi anche apparentemente minimi (ad esempio la stabilità del posto di lavoro, che poi tanto minimo non è) siano sempre a supporto del “Castello”. Questo è fondamentale in una società ove il lavoro diventerà una merce sempre più rara. Vista in quest’ottica la “strana” decisione dell’Ue non è per niente strana e corrisponde sia agli interessi dell’elite continentale sia di quelli delle elites nazionali. Nel caso specifico di quella italiana. E’ infatti facile prevedere che 250.000 “stabilizzati” per legge nella pubblica istruzione da feroci avversari del sistema come erano fino a ieri diventeranno dei solidi puntelli per lo stesso. Così è e così sarà sempre più nella società futura che ci aspetta. Appunto la “società neo feudale” di cui ci parlava anni fa il Cancelliere.
 Woland