martedì 18 novembre 2014

Muoia l'Europa con tutta l'Italia

Siamo alla terza recessione europea in sei anni, l'Italia batte tutti sei a tre.Trattati non rispettati, irrilevanza, nazionalismi e scandali è lo scenario di una Ue in crisi d'identità. Tutto il mondo è fuori, perfino Grecia e Spagna come ha detto il Cancelliere, stanno quasi risalendo, Pittibimbo dopo l'ascesa ardita sembra stia precipitando all'altezza della Boschi che non è Brunetta però non è più il 40. Le recenti elezioni avevano già suffragato un crescente disagio verso le politiche adottate a Bruxelles, con i partiti euroscettici che avevano triplicato la loro presenza nel Parlamento Europeo, e gli exploit di Neil Farage in Gran Bretagna e di Marine Le Pen in Francia, poi è arrivato Juncker e lo scandalo Luxgate. Per qualche mese, tuttavia, si è preferito guardare oltre e, soprattutto in Italia, sperare in un’Europa che cambiasse verso, che non risultassero vane le promesse del governatore della Bce Mario Draghi di usare armi non convenzionali per far risalire i prezzi, le esportazioni, il Pil. Soprattutto, che in qualche modo si rivedessero le politiche di austerità conseguenti all’attacco speculativo ai debiti sovrani, dal fiscal compact all’obbligo di pareggio di bilancio. Niente di tutto questo, la realtà italiana è il sesto anno recessivo, l'abolizione dell'art 18 e la local tax. Dalle proiezioni che ha fatto l'amico Fabio Lisi, l'unico esperto in materia non scarminellato, ha predetto (non sbaglia) che risulterà un'altra pesantissima intromissione nelle vuote tasche italiane. Chissà come gongolerà la prenditutto Hera. La Gabanelli ha fatto un ottimo servizio alla... multiservizi del... Pd. Per fortuna doveva portare servizi migliori e costi minori. Sembra che la famiglia Prodi sia riuscita ad arrivare anche in quel contenitore, diventato una riserva pregiata per politici ed amministratori di origine doc o controllata. Rimane l'impressione di una Unione Europea che si sta avvicinando ad una resa dei conti finanziari. Non è certo per la richiesta del nostro Pittibimbo, lui fa del bullismo sindacale, ma al cospetto dei potenti della Troika si prona come un incallito debitore di fronte allo spietato banchiere. Nell’ultima Legge di InStabilità, l’Italia ha fatto crescere il rapporto deficit/Pil, che tuttavia è rimasto sotto il limite del 3%. Nel contempo, ha rimandato di un anno il raggiungimento dell’obiettivo del pareggio di bilancio. In altre parole, ha violato un accordo che a suo tempo aveva sottoscritto. La Francia, allo stesso modo, ha presentato una Legge di Stabilità in cui il deficit raggiungerà il 4,4% del Pil, un dato superiore dello 0,2% rispetto a quello dello scorso anno e molto più alto di quel 3,8% previsto dal Governo Hollande solo qualche mese fa. Non stiamo parlando di Austria, Belgio, Repubblica Ceca, Danimarca, Slovacchia e Paesi Bassi, ma dei "bambini problematici" di Weidmann, Presidente della Bundesbank. Stiamo parlando della seconda e terza economia dell'Unione, nonchè padri fondatori anche se eredi disconosciuti di un Pci che vedeva malvolentieri questa aggregazione molto simile ad una Nato economica e finanziaria. I prezzi che non crescono (0,1% in Italia, 0,5% la Francia, 0,8% la Germania) e il Pil nemmeno (0,8% nell’Eurozona, in calo dello 0,2% dal precedente bollettino della Bce). Consoliamoci, pur tremebondi, abbiamo ascoltato il messaggio natalizio arrivato da Procacci AirRiminum. Nel 2015 saranno solo 700 mila i passeggeri che sbarcheranno per essere trasportati alla Fiera e Palas. Tuffo in piscina Aquarena e spesa Conad sono compresi nel biglietto. Come possono prenderci sul serio? Ancora raccontiamo che siamo la Capitale del Turismo... Ambulante.