domenica 25 ottobre 2015

Gazebi chiusi in Piazza

Con "questa" Amministrazione ogni giornata riserva una sorpresa fino a costringerti a pensare che le leggi abbiano a Rimini le stesse sembianze dello software VW. Lo affermo ridendo avendo accertato una quantità di abusi: pedonali, ciclabili, ruotanti, visibili da tutti eccetto. Sono preoccupato per il prossimo Sindaco magari a 5 stelle che non potrò aiutare essendo come afferma il pontificante Carlino ai "margini". Giustamente c'è un nuovo che avanza, specialmente nel Pd. Melucci ed Arlotti si stanno dividendo, come una volta, anzi meglio, i rispettivi campi d'azione. Non mi scandalizzo, sono infinitamente migliori delle espressioni che sono riusciti ad esprimere. Credo che nel futuro di Gnassi ci sia la grande preoccupazione di trovargli un posto. In questo momento non ci sono problemi. Tutte le alte cariche e poltrone riminesi sono a..bando. Non credo che un partito pur ridotto a brandelli arrischi una sua candidatura anche per il prossimo quinquennio. E se lo fanno..saltare prima? La magistratura dopo un lungo periodo di silenzio quasi penitente ha risvegliato qualche inchiesta, ma solo con il doveroso botto. Sono preoccupato e leggermente disgustato dall'andazzo cittadino. Tendono a sanare quello a loro gradito. Ciclabili improponibili e ruote senza titolo. Ma soprattutto i "bandi" come quello proposto per il Lungomare, comprensivo anche della spiaggia. Non esiste come da antica costumanza un riferimento alla pianificazione urbanistica, quasi fosse un'inutile orpello al rendering, diventato lo strumento dell'annuncio sindacale. Un Piano regolatore con le figurine. Leggendo (bugia) i giornali, mi soffermo sull'ultima invenzione: la chiusura dei gazebi. Penso riferiti, al momento, a quelli presenti in Piazza Cavour già del Mercato. Il pensiero ti porta a pensare che cosa analoga verrà sanzionata anche per gli altri, come quelli presenti in Piazza Tre Martiri. A questo punto applicando un minimo di parità nel trattamento, anche al resto del resto del Centro Storico e poi..udite, udite, anche il Borgo di S.Giuliano ora Andrea, tanto caro al nostro Sindaco. In altre città, lo daresti per scontato. Il mio pensiero arriva al Caffè delle Rose. Sotto il gazebo (demolito) piove come all'esterno. In quel caso si è applicata la legge. La copertura si limita all'ombreggio, quindi vento e pioggia passano liberamente. Rimane da chiedersi senza che nessuno risponda o peggio intervenga, perchè per gli altri (tutti) gazebi la regola sembra non valere. Con me non usate fascinosi slogan o trincerarvi dietro misteriosi dialoghi tra le incompiute riminesi. Ditemi che siete per l'intermittenza della legge e sono soddisfatto. Il gazebo è un pergolato. Una struttura minima che possa sorreggere un rampicante, sostituibile con ombreggi artificiali, ma che faccia passare gli agenti atmosferici. Tutto il resto, sempre per la sconosciuta lex, ha la stessa procedura dei fabbricati veri e propri, qualsiasi siano le caratteristiche e/o materiali. Che la legge poco si adatti ad esigenze nuove che hanno definito queste strutture come necessarie, sono il primo a sostenerlo. Quello che fa incazzare però è la sconcertante differenza di trattamento tra "sfigati" colpiti e quelli che non lo saranno mai. Mi rivolgo sempre al giornalista ciclomunito, ormai esausto per i giri che gli faccio fare, di pazientare ancora un pò e dirigere il manubrio verso via Rosaspina. Si fermi, chiuda con robusta catena la bici e si faccia raccontare da qualche Dirigente (se lo trova) libero, essendo notoriamente tutti oberati dal gran lavoro che non c'è da anni, quali sono le regole per tutti i comuni mortali. Lo annoierà con una serie interminabile di permessi e pareri: beni architettonici, vigili del fuoco, sicurezza, ambiente, statiche ed antisismiche, il tutto corredato da appositi collaudi prima di concedere l'agibilità. Poi si ricordi come è nata la Ruota.