venerdì 16 ottobre 2015

Rimini: La Città dei Criceti

O forse dei Lemmies? Oggi, 16 ottobre 2015, in una città che sta cominciando, molto malamente, a vivere il suo ultimo inverno e, nel 2016, la sua ultima estate, le tre veline del Palazzo, portano tutte la stessa locandina. In pratica, un “lui” lasciato dalla sua “lei”, si vendica ammazzandole il criceto. Solo che, scorrendo le locandine, la povera bestia non si capisce come sia stata passata a miglior vita. Per una locandina è stato “decapitato”: mannaia, spadone, ghigliottina o semplice coltellino svizzero? Per un'altra, la bestiola è stata “strangolata”. Per la terza, versione ufficiale, (Il Resto del Carlino) la testa è stata “strappata” dall’iroso fidanzato abbandonato. E’ proprio il caso di dire che questa, apparentemente banale notiziola, promossa alla prima pagina dei nostri, chiamiamoli così, giornali, assume una profonda valenza simbolica: in un momento assolutamente drammatico. Rimini è la Città dei Criceti. E, in fondo in fondo, criceti sono i suoi abitanti. O, forse meglio, sono dei “lemmies”, quei curiosi roditori americani che, per ragioni misteriose, ogni qualche anno (5) vanno a milioni ad affogarsi nei grandi fiumi. Nel caso di Rimini non si tratta di milioni, ma di poco più di centomila persone e l’affogatoio più modestamente non è nemmeno il Mississipi, ma semplicemente l’Acquarena e i milioni di metri cubi di debiti connessi alle “grandi opere” del regime. Resta il fatto che, in assenza di un (probabile?) scatto di orgoglio e dignità nella prossima primavera, i riminesi e la loro città finiranno come i “lemmies”.
 Woland