domenica 11 ottobre 2015

L'inizio del banchetto

Lo spunto per questa riflessione mi è stato dato dal progetto di fusione tra ASP Valle del Marecchia e ASP Casa Valloni, proprio in discussione in questi giorni. Sul finire del 2011, lo stesso progetto venne bocciato al suo primo passaggio istituzionale dal Consiglio Comunale di Santarcangelo; fu anche la fine della carriera politica dell’allora Sindaco Mauro Morri ed il trampolino di lancio per il doppio carpiato con avvitamento che ha portato il suo contendente, Giorgio Prüccoli, a sedere gli scranni del Consiglio Regionale. Ma torniamo subito alle nostre Aziende Pubbliche di Servizio alla Persona, lasciando gli intrighi di nani e ballerine al miglior Signorini. Dicevo della cassata fusione dei due enti nel 2011 per cause ascrivibili alla mancanza di condivisione all’interno del PD di vallata. Ora, questi scalini (relegando a “Chi l’ha visto” il buon Morri) sono stati superati e ad oggi la creazione di una ASP distrettuale, per fusione delle due esistenti, è al vaglio del PD riminese. Tecnicamente la nascita di una ASP del Distretto Nord porterebbe con sé economie di scala. Penso, da studente delle medie superiori, ai costi generali di amministrazione: un solo Presidente, un solo Consiglio, un solo revisore, “i consulenti” diventerebbero “il consulente”, eccetera eccetera … … Inoltre non intaccherebbe il livello dei servizi perché questi sono dettagliatamente imposti dalla normativa regionale sull’accreditamento. Già, l’attuazione dell’accreditamento socio sanitario… L’implementazione di questa sciagurata norma, pensata ad uso e consumo del territorio e delle cooperative (rosse) del bolognese e del reggiano (cfr: Min. Poletti e Min. Del Rio), ha avuto un impatto terribile sugli equilibri del welfare locale. Al 2013, il 74% dei servizi alla persona dell’Emilia-Romagna, sono passati in gestione diretta al mondo (di mezzo) delle Cooperative Sociali ONLUS. E pare che il loro appetito non sia ancora sazio. Al riguardo è illuminante leggersi le determine di attribuzione degli accreditamenti socio sanitari del Distretto di Rimini. Tutte concedono una gestione “definitiva” di “3” anni: ditemi voi se “Definitiva” e “3” non siano un ossimoro… In questo contesto di precarietà, va inserito anche un recente passaggio della normativa (sempre) regionale: la previsione di scioglimento del concorrente pubblico, qualora versi in stato di dissesto. La mia ipotesi è che volontà esterne alla politica istituzionale, cabine di regia non diversamente legiferate, lobby, hanno l’obbiettivo di frantumare l’ultimo argine di controllo e confronto concorrenziale tra l’erogatore pubblico, rappresentato dalle ASP e il competitor privato “Cooperative sociali ONLUS”. A questa tesi manca solo un ultimo tassello: non far passare la fusione delle due ASP di distretto, lasciarle strutturalmente inadeguate e di fronte alla situazione di fatto così pilotata, scioglierle. Se questo iter sarà standardizzato come grimaldello per scassinare (privatizzare) e depredare il welfare lo vedremo. Pensate se fosse applicato alla Sanità Pubblica e vi renderete forse conto quanto è profonda la tana del bianconiglio.
Montalbano

PS “U-u-u-u-u-uhu-hu-huuu! Oh, guardatemi, sto per morire! La tempesta nel portone mi ulula il de profundis e io mugolo con lei. Sono finito, finito! Una canaglia col berretto bisunto, il cuoco della mensa per l'alimentazione normale degli impiegati del Soviet Centrale dell'Economia Nazionale, mi ha versato addosso dell'acqua bollente e mi ha scottato il fianco sinistro. Che bestia, e pensare che è un proletario! Oh, Signore, mio Dio che male! L'acqua bollente mi ha corroso l'osso e adesso mugolo, mugolo, mugolo, ma serve forse a qualcosa?” (Cuore di cane; Michail Afanas'evič Bulgakov)