giovedì 16 novembre 2017

Ciclabilità

La Camera come si sa ha approvato all'unanimità la legge sulla ciclabilità, ossia la bicicletta "torna", diciamo così, a essere considerata mezzo di spostamento a tutti gli effetti: come auto, treno etc. Ossia com'era "prima", ai tempi di Ladri di biciclette quando possedere una bicicletta poteva fare la differenza per poter lavorare. Coppi si dice faceva 100-150 km al giorno in bici lavorando a 15 anni, poi s'è visto. Per mezzo secolo in Italia la bici è stata la regina degli spostamenti, per chi non c'era ci sono pellicole celeberrime come quella citata a ricordarcelo o De Sica carabiniere che si sposta in bici o la gioventù del film dello stesso De Sica sul Nazi-fascismo in cui si vede una spensierata gioventù spostarsi su bici. Ovvero corpi militari in bici. A Rimini pure, tutto si faceva in bici e c'era addirittura il venditore ambulante di libri in bici, come quello di pesce etc. Io non credo però che il passato possa ritornare, credo che queste leggi, come si dice, siano fare "di necessità virtù", e non intendo per tutelare l'ambiente o per suggerire stili di vita più sani etc. ma per mere ragioni economiche. Faccio anche notare per inciso che la legge è stata emendata di quella parte in cui si istituiva che il 20% delle sanzioni ad auto finisse a quella che da ora per tutti si chiamerà "ciclabilità", sia che la cosa decolli e io non lo credo, sia che rimanga a livello larvale, di tentativo non riuscito di fare degli italiani quello che erano i cinesi 20 anni fa. Questo per me è il fine sottotraccia di questa legge e di queste spinte: l'Europa e l'Italia su tutti, come la Grecia e gli altri talloni d'Achille non possono reggersi più se tutti continuano a usare le macchine, un auto ogni persona. E già l'austerity che oggi si chiama crisi ha modificato i costumi perché, mia generazione, a 18 anni tutti avevano la macchina. La gioventù d'oggi non può più permettersela a copertura totale, ed in tal senso parlo di fare di necessità virtù: tornare alla bicicletta, vivi anche con retribuzioni molto basse che sono il futuro che s'intravede per l'Italia. Ma la cosa non funzionerà perché una volta introdotta una innovazione tecnologica inclinazione umana è di servirsene, lasciando quella precedente. Quindi si ricicleranno vecchie auto come già si sta facendo ma mandare tutti (élites escluse) in bici sarà molto difficile che accada. E ricordiamo anche che prima della invenzione della bici, prima della invenzione dei motori, la gente si spostava per lunghi tratti usando animali, per secoli, millenni. E ricordiamo anche che ci sono città e città: dico una banalità a San Marino o a Rimini in giornate come questi giorni con venti a 45 km/h... o a Venezia cosa te ne fai di una bici? Che questa cosa della "ciclabilità" sia una "cosa grossa" e che sia una strategia politica condivisa, nota, con input dai livelli alti europei lo dimostra il fatto che tutti i politici dicono oggi un gran bene della bici, anche se vanno in macchina. Che la nostra regione abbia già approvato una legge in questa materia giugno scorso. Il nostro stesso assessore alla viabilità, ortodossa PD che sa l'aria che tira, non perde occasione per parlare di bici e di mobilità in bici. Purtroppo per esempio poi all'atto pratico i progetti a Rimini almeno naufragano, o per le ragioni sopraddette, o per incapacità come sono naufragati il bike sharing riminese, come è bloccata la velostazione che doveva essere aperta ma il Comune sappiamo che parla sempre con lingua doppia ha in mente una cosa totalmente diversa ma si serve di uno storytelling ad usum populi: così è accaduto con la piscina-aquarena che mai vedremo 90%, così con la casa degli sposi che diventerà altro, con le bici pubbliche finite a schifìo (v.di foto) il cui fine era forse soltanto, chissà, "comprarle", con la velostazione che una volta ottenutala dalle ferrovie, nonostante oggi l'ortodossia dica "tutti in bici!", il Comune che ne ha pagato la ristrutturazione (raffazzonata invero) non la molla e preferisce farci mostre&feste piuttosto che un normale parcheggio bici, giusto per chiudere come mio solito in polemica e parlando di amministrazione locale. (In foto, il nuovo dogma Ciclabilità... declinato alla riminese).
 A.M.