sabato 4 novembre 2017

Il Ricorso

Riceviamo e.. pubblichiamo

E il ricorso della Barilari? Che fine ha fatto? Stavamo perdendo le speranze, ma eccolo finalmente. La vicenda assume una connotazione tragicomica, per fortuna più comica. I protagonisti lo avevano elevato a caso clamoroso. La sottrazione di voti alla Barilari, eletta in prima battuta poi subito retrocessa, al punto che sentendosi defraudata da tanto consenso popolare, reclamava il suo legittimo diritto a sedere in Consiglio Comunale. Accompagnata moralmente nientemeno che dal segretario comunale, tutt’altro che neutro e super partes in questa occasione (non solo) palesando una implicita preferenza nei confronti della ricorrente, con l’apporto e la risonanza della stampa, l’accompagno dei non lesinati like dei social, si recava dall’avvocato per fare ricorso contro la presunta sottrazione di voti. All’inizio di questa lunga fase mi è rimasta impressa la disperazione affidata ai post del consigliere Bertozzi. Sconvolto dal non felice risultato evocava sui social, con sottintesi, a noi non noti, catastrofiche previsioni per questa importantissima e (per lui) fondamentale elezione. Pensavo si sarebbe incatenato al portone di Palazzo Garampi. Poi, visto che ha frettolosamente cancellato i suoi post, è rientrata anche la mia preoccupazione per eventuali gesti inconsulti. La querelle è durata diverse puntate con interviste e considerazioni sui giornali locali. Viste le premesse, le aspettative dei protagonisti, la sovraesposizione mediatica (non hanno perso occasione per tenerci aggiornati sulla questione), mancava appunto l’ultima puntata che oggi, in gran pompa, è arrivata. Positiva ma in fondo negativa per la ricorrente che passa prima dei non eletti ma non in consiglio almeno per ora. Speriamo che l’apprensivo, amorevole e preoccupato Bertozzi, che certamente avrà seguito in tutte le sue fasi l’intricata vicenda, se ne sia fatta una ragione. Però dovesse persistere il pericolo della catastrofe da lui evocata sui social (ci sono ancora inquietanti sottintesi da chiarire) per il bene della collettività consiglierei a Bertozzi un gesto di grande generosità: le sue dimissioni per fare subentrare in Consiglio comunale la “salvatrice” Barilari, ormai certificata prima dei non eletti. Perché farla attendere? E qui finisce la parte comica Oggi le cronache dei 2 giornali raccontano una vittoria forse a metà ma nelle loro spiegazioni non ho trovato descritte alcune considerazioni che avrebbero semplificato di molto la vicenda, delle quali sono testimone diretto. La Barilari era rappresentante di lista alla sezione 53 (dove vota), ha preferito venire ad esercitare la sua funzione assieme al sottoscritto alla sezione 50 (lì voto io) dove c’era un surplus di rappresentanti di lista lasciando sguarnita la sua la 53 dove si è verificato l’unico errore significativo. Ergo se fosse rimasta al 53, come naturale, avrebbe chiesto in diretta al presidente delle sue 19 preferenze. Glieie avrebbe assegnate senza bisogno di andare a scomodare avvocati e Tribunale. E specialmente 2000 euro a carico dei contribuenti riminesi. Per quanto riguarda la sezione 51 è evidente e chiaro che si è trattato di un immenso, macroscopico errore – regalo – quello che si è visto attribuire in prima battuta la Barilari 46 voti subito giustamente rettificati a 4. Bastava un po’ di buon senso e di modestia per capire che quei voti non li aveva e il giorno dopo il caso era risolto. Quando si parla di complicazione affari semplici. Però ha avuto il suo spazio sulla stampa amica e questo non guasta. E’ una vicenda, al di la della poca importanza che riveste, paradigmatica di una gestione disinvolta e familistica del PD che deve, a mio modesto avviso, assolutamente cessare se non vogliamo continuare a perdere elettori e iscritti. Due comitati turistici (Bellariva e Marebello) più il Circolo PD del Ghetto Turco, l’appoggio della consigliera regionale Nadia Rossi che le ha fatto ottenere 16 preferenze dalle parti di Gaiofana, dove la nostra era sconosciuta, una Coop. di parcheggiatori, l’appoggio del già citato Simone Bertozzi (un voto può valere 2 preferenze maschio/femmina), la benedizione della Petitti, più il valore aggiunto della candidata (in verità scarso) avrebbero dovuto comporre sulla carta una macchina da guerra eccezionale, foriera di preferenze da prime posizioni in classifica. Si è rivelata, invece, una tigre di carta. Non sono riusciti ad eleggere un consigliere che visti i presupposti doveva concorrere, ripeto, per la parte altissima della classifica. Ne deduco che questa candidatura è stata una forzatura, non ha fatto altro che determinare un travaso di voti che erano già del PD sulla candidata che viceversa ha portato poco. Il termine esatto che mi sovviene è cooptazione. Allora qualche interrogativo bisogna porselo sui metodi e modalità delle scelte della classe dirigente. Devono essere fatte con intelligenza e imparzialità, donne e uomini devono essere uniformati a criteri di meritocrazia, ben inseriti al contesto di appartenenza. Le elezioni poi sono una cosa seria, non like su fb. Gli elettori capiscono certe dinamiche e reagiscono oltre che con il voto anche con disamore verso il PD. Sentimento che comincia a farsi largo anche nel sottoscritto. Premetto che la mia ultima considerazione non riguarda solo la nostra città, ma quando metti in lista amiche ed amici, mogli e fidanzate, senza criteri meritocratici, succede che si perdono ben 3 consiglieri. La considero una grande sconfitta per Rimini altro che vittoria al primo turno, se questo è il prezzo da pagare. Qui si aprirebbe una riflessione politica impietosa che lascio all’analisi e al complicato lavoro del nuovo segretario Giannini. 
Massimo Allegrini