lunedì 27 novembre 2017

Parco del Mare: Politico e Formale

In questi giorni Vanni, presidente dei bagnini, ha voluto precisare che la partecipazione degli operatori di spiaggia alla esecuzione del Parco del Mare, è legata alla continuità delle loro concessioni demaniali. Tradotto nel linguaggio da spiaggia, significa che la normativa relazionata da A Te Faz Arlotti "deve" essere approvata dai due rami del parlamento. Perfino in Italia, paese notorio per essere intransigente e refrattario alle spinte elettorali, al termine della legislatura fanno un Black Friday delle leggi necessarie a raccattare voti. Considerando che in questi momenti la maggioranza che non c'è più, potrebbe contare sui voti di Alfano in odore di scomparsa. Va pure segnalato che il Sib (Sindacato Impianti Balneari) rappresentante della stragrande maggioranza degli operatori, è storicamente vicino al centro-destra e ha sempre contestato la proposta "letta" dall'onorevole di S.Ermete più nota per l'immensa circonvallazione (vuota) che per il numero degli ombrelloni. Se si avvera il miracolo, grazie a Verdini in costume, si tratta sempre di una Legge Delega che deve essere confortata da decreti attuativi. Ultima esaltante considerazione: il Pd sarà presto all'opposizione di se stesso. Il quadro politico può avere una conferma anche nella politichetta nostrana fatta di roulotte che si spostano come fossero..nomadi. E' bastato un urletto di Erbetta, proprietario della maggioranza e molto vicino, quasi intimo dei bagnini, per fare desistere Gnassi dalla sua fantasiosa procedura sui rom. Il Sindaco avrebbe anche potuto affermare che il Parco del Mare è avulso dalle concessioni amate da Bolkestein. Se così non fosse, il bando pubblico sarebbe totalmente illegale in quanto l'unico concorrente è il bagnino detentore della  concessione. Non potendo ribaltare il tavolo della maggioranza, Gnassi rovescia le superfici edificabili dalla spiaggia al Parco. Per essere più comprensibile nel casino che hanno sollevato (ad arte) significa che se anche il sindaco decidesse di tirare dritto senza i bagnini, i partecipanti rimasti potrebbero godere dei trasferimenti degli indici di fabbricazione, ora in mano ai bagnini e chioschisti. Dipinto l'allegro quadro demaniale, rimangono chiacchiere e promesse. Il Parco così ipotizzato sembra la vendita del Colosseo da parte del Principe Curtis. Sarebbe stato molto più logico e concettualmente lodevole mettere a bando Parco e..Spiaggia. Un colpo però che solo una amministrazione senza vincoli o..patti, potrà realizzare. Non stiamo parlando di concessioni, favori o di una maggioranza che non c'è più, ma del futuro della nostra Città. La soluzione era quella di mettere a bando spiaggia e parco, con l'idea della stabilimento allargato come ho sempre sostenuto, creando i servizi funzionali al comparto ricettivo. Nell'originale piano spiaggia era scritto nero su bianco che quelle erano le regole e dopo cinque anni, ossia dall'anno 2010, i concessionari che non si erano adeguati all'interesse pubblico venivano..banditi. La grande forza dei signori della sabbia alzò il garbino che cancellò il Piano, la maggioranza con lo stesso sindaco mise mano ad una variante, neppure prevista nel programma, che cancellò questa impostazione. I due autori materiali, Biagini e Melucci, oggi si trovano però sulla sponda opposta. Benvenuti il posto c'è. Sarebbe bastato però non fare niente allora. Mi chiedo come si possa parlare ancora una volta, visti i precedenti fallimenti di un cantiere che apre tra qualche..mese. 
PS Vorrei fare notare che il solitamente loquace Gnassi non ha profferito parola sulla ritirata dei bagnini