domenica 19 novembre 2017

Stiamo sbagliando

Ci stiamo sbagliando ragazzi (topic: #turismo): noi continuiamo a inseguire nel tentativo di riacciuffarlo lo stereotipo di un turista che è fortemente ridimensionato nei numeri: ossia i giovani e la famiglia standard di 30 anni, con 3-4 figli mentre oggi, in Italia, in Europa, in Occidente i giovani e i bambini sono merce rara e l'età media della popolazione è esempio in Italia fra le più alte del mondo assieme al Giappone quindi rincorrere un mercato ormai di nicchia con un esercito di non più giovani, anziani, vecchi, vegliardi, cariatidi gonfie di soldi pronti invece a fare la loro vacanza quivi non ha più senso per me. Continuiamo a guardare al modello Ibiza mentre i nostri modelli dovrebbero essere Lourdes o San Giovanni Rotondo per non dire ma perché no? Miami dove milioni di americani di 80,90, cento anni vanno a spirare serenamente sull'Oceano. Il nostro target non dico esclusivo ma principale oggi non dovrebbero essere quei 4 gatti under 30 che affermano "vogliamo divertirci" ma gli over 60, ossia quelli che a chi domanda loro come va rispondono pressappoco "eh, si tira avanti... finché Dio vuole...". E senza accorgercene, attenzione, ovviamente noi siamo già su quella strada, come dimostra per esempio l'elevatissimo numero di anziani che vengono a spirare sulle nostre spiagge per sindrome da sommersione ma soprattutto la copertura ormai quasi totale di defibrillatori in spiaggia che nei rarissimi casi in cui un cuore fermo o in fibrillazione ventricolare riparte regala loro qualche altra settimana, mese, non di più! di vita fatta di minestrine e pannoloni, e non è dileggio ma presa di coscienza dell'amaro destino di tutti noi. R.A.M.: ricchi, anziani e possibilmente malati quando non mutilati addirittura signori, ed è presto spiegato. Questa era anche la nostra vocazione originaria ottocentesca primigenia quando le persone giovani e sane erano una piccola quota ma quivi si veniva a fare balneoterapia ed elioterapia per bambini scrofolosi, giovani rachitici, vecchi catarrosi e sifilitici. Solo in seguito prende piede la bella vita, il "leisure" ma i tempi che corrono ci dicono che noi oggi dobbiamo recuperare almeno in parte la nostra vocazione di Sanatorio a cielo aperto, Città della Gioia e non del Divertimento, Ospedale e mega reparto di Geriatria. Tutta la parte nord come si sa ha conservato questa vocazione, e non necessariamente anziani ma anche malati, mutilati, diversamente abili. Noi abbiamo anche non dimentichiamolo una Facoltà di Scienze della qualità della vita cui potemmo affiancare master in tanatologia perché sempre più spesso noi avremo a che fare con moribondi o morituri nel senso che l'aspettativa di vita del nostro turista standard 65+ è ovviamente risicata, e il suo orizzonte terreno prima di restituire l'anima a Dio assai limitato o comunque limitato nelle attività: quindi faccio solo un esempio di riconvertire gli acquascivoli in campi da golf di raddoppiare il numero dei fasciatoi in ispiaggia creandone di appositi per anziani incontinenti. Certamente dovremmo anche continuare a seguire il mercato ormai di nicchia giovani & famiglie sarebbe un grave errore abbandonarlo però parallelamente dovremmo cominciare a prepararci all'orda dei capelli d'argento che sono sicuro 100% non cercherà prox anni che di venire in vacanza qui per i nostri fondali bassi, i servizi etc.: tutto quello che nei favolosi 60's del baby boom faceva Rimini la meta d'elezione per famiglie con bimbi oggi torna buono per la romantica coppia 150 anni in due, per l'inguaribile playboy quasi centenario sciancato e con l'affanno che non puó più andare a Phuket o dove. E le stesse discoteche come da balere sono diventate discoteche devono ri-diventare balere, e magari attrezzate anche per ballerini in carrozzina. E ho anche una mezza idea di claim per i prossimi anni "venite a Rimini, qui si vive ma si muore anche bene!" cosa ne pensate? 
Grazie.
A.M.