giovedì 16 aprile 2020

El Alamein

Più volte mi è capitato di ascoltare le storie raccontate da un reduce del 7° reggimento Bersaglieri, che combatté in gioventù nel deserto egiziano a El Alamein. Il reggimento pose proprio su quelle sabbie una targa dove scrisse “Mancò la Fortuna, non il Valore”. E di valore quei ragazzi ne ebbero da vendere, ma la realtà pratica della vita e della storia racconta che, spesso, da solo non basta. Mentre ascoltavo i racconti di quella persona, notavo nei suoi occhi un velo di tristezza e di malinconia, quella di chi si rese conto di essere stato abbandonato al proprio destino. Non mancò solo la fortuna. Mancarono armi, munizioni, cibo ed acqua, carri ed aerei, cannoni, scarpe e divise nuove, pezzi di ricambio ed ospedali. Distrussero i carri inglesi con bombe a mano e bottiglie incendiarie balzando fuori dalle buche, che loro stessi avevano scavato, con il valore ed il coraggio dei “Leoni”, ma non bastò. Gli storici, i giornalisti, gli opinionisti concordano con il dire che quello fu “un valore inutile e disperato”, perché si sentirono abbandonati dalla propria Patria, dal proprio governo e perché combattevano dalla parte sbagliata. A distanza di 78 anni da quella battaglia e da quella sconfitta, con le dovute differenze, stiamo affrontando una prova difficile contro una Pandemia che cambierà il volto del pianeta. Ancora una volta è richiesto al Popolo italiano di affrontarla con valore: il valore dei medici, del personale sanitario, degli addetti alle vendite e ai servizi e di tanti altri che sono stati mandati allo sbaraglio come i loro padri ed i loro nonni, senza mascherina, senza camice, senza protezione adeguata, senza attrezzature di laboratorio, senza organizzazione coordinata, senza direttive precise, senza aiuti adeguati di sostegno a famiglie ed imprese. Tutti coloro che sono pronti a puntare il dito della storia per criticare i fatti e gli accadimenti di 70 anni fa, perpetrati da un regime dittatoriale ed oppressivo, dovrebbero rivolgere lo stesso dito contro se stessi e contro chi si dimostra non in grado di gestire una cosa più grande di loro. Tali personaggi, usciti come per magia dal cilindro, che avrebbero difficoltà a gestire persino un banco di lupini, si trovano invece a trattare con “serpi e volponi” il futuro degli Italiani e delle generazioni future. Questi e i loro manovratori, invece di essere cacciati a pedate o quantomeno processati per manifesta incapacità e obbligati a pagare i danni causati, se la stanno cavando con il mantra “state tutti a casa, non uscite, al massimo cantate sui balconi, perché lo dice il dottore”, mentre il Paese senza nessuna prospettiva per il futuro affonda inesorabilmente come il Titanic. 
Don Camillo