venerdì 24 aprile 2020

The Great Bluff

L'incipit lo dico subito è riferito a noi. Abbiamo bisogno di soldi come fossimo dei bisognosi, fuori dalla stazione, per mangiare un panino e pagare stipendi e indennità a coloro che giocano coi droni in spiaggia. Tuttavia la loro dignità, quella dei bisognosi, è superiore: li usano per mettere qualcosa fra i denti, non per costruire cattedrali nel deserto su cui magari ritagliarsi una tangentina da spartirsi al ristorante del triangolone la sera. Il KGB mi ha informato prima che chiudessero i luoghi di spartizione a tavole imbandite per pochissimi commensali. Che abbiamo bisogno di oboli come la Caritas è un dato aritmetico su cui non può transigere nessuno, nemmeno Salvini o Tramonti, l'ideatore della finanza fantasiosa che ci ha condotto al tramonto, insieme a due stati nello stato e quattro organizzazioni a delinquere di Stato mafioso insistenti nello stesso e medesimo stivale. È per questo che resto qua come un Falcone qualunque! Assistiamo ad uno stravolgimento degli assetti da circoli del Burraco, a cui si dedicano ormai le aristocrazia dei pensionati nel fine settimana (pensioni permettendo). Da una parte Spagna, Grecia, Belgio e Italia, taluni anche detti gli straccioni della vagheggiata moneta unica, con la new entry, su cavallo bianco recalcitrante, dell'imperatore dei franchi: Macron! Speriamo non faccia la fine di Vercingetorige. Dall'altra i paesi del nord, i sassoni, normanni e vichinghi: Germania, Danimarca, Olanda, Finlandia. Terzi incomodi, ma certamente simpatizzanti di questi ultimi, i paesi abbraciatosi a Visigrad: Polonia, Ungheria, Slovacchia e Repubblica Ceca. Ecco le tre "macro regioni" europee con interessi e cultura convergente, ognuna della quali perora le sue vision da borgo con luci accese. Dispiace che l'UK abbia deciso di isolarsi. Ma del resto la geografia la qualifica più di quanto non possa la loro atavica goffaggine. Le lumache e le tartarughe talvolta tagliano il traguardo prima. Attenzione! Loro sono il Commonwealth, lo sono ancora, come noi siamo stati Roma. Il tempo dei verbi coniuga la vana nostalgia rispetto al dato reale. Torniamo a noi. Al circo... Non sto dietro ai lecchini delle briciole del potere. Leggevo i comunicati delle varie squadre di calcio imberbe senza campi andati a bocconiano bando. Robe da Delfini! Lesinano come l'Italia in Europa l'aiuto di madre Merkel de noialtri... I bambini giocheranno a palla di pezza nelle strade. Magari imparano di più! Dall'Europa delle promesse alle promesse di farvi diventare tutti professionisti non si capisce dove stia più la serietà. Il megafono delle sirene con stipendio sicuro chiama gli Ulisse italici alle lusinghe... Io mi sono legato all'albero del Maestro Supremo per non naufragare! Vendo cara la pelle.
P. S. I richiami di carne usateli per gli uccellini da ombrelli arcobaleno.
Roberto Urbinati