mercoledì 29 aprile 2020

Lo Splendente

Ben lungi da me dal fare o voler fare il sindaco di Rimini. Lo sta facendo “egregiamente” Niassi XIV lo Splendente. Io non ho più né il fisico, né la presenza, del podestà di quel puntino che si affaccia sull’Adriatico. Sono cresciuto a lambrusco e culatello e non avrei mai raggiunto l’intelligenza, l’acume di chi da anni, così nudamente e crudamente, si nutre di quel buon pesce azzurro che i riminesi chiamano sardone. Se poi esso, il sardone, viene accostato alla fresca ed odorosa cipolla di Alice nel paese delle meraviglie di Maggioli a Santarcangelo di Romagna, allora l’intelligenza arriva a vette quasi inarrivabili. Però, molto modestamente e sommessamente, vorrei dare qualche consiglio all’Alcalde giunto ormai al suo ultimo anno di sindacatura:
Fiera di Rimini, in mano da decenni al “Grande Timoniere” Tutankanion rischia di diventare a causa del “Virus-time” un bidone vuoto insieme al Palacongressi (altra opera del Regime costruita per celebrare i fasti del post komunismo cittadino). Seggio parlamentare al momento estremamente rischioso a causa delle innumerevoli “sfavare” prese dal PD (ci penserà comunque Renzi e compagnia a scavargli definitivamente la fossa). 
Seggio europeo o giunta o consiglio regionale, occasioni perse.
Rimane il settore della ristorazione in tempi di “sanificazione e distanziamento sociale” (si può però sempre inventare lo SPRIZ da “asporto” dal Borgo e come dice il Guru Bonini… du vot chi vaga se non a Remni?). Allora, o grande NIASSO LO SPENDENTE, finisci in bellezza! Molla tutta quella pletora di amici o pseudo tali, utili ad alzare a comando la manina in giunta ed in consiglio comunale. Scegli e circondati di “UOMINI LIBERI E FORTI”, che non si faranno intimorire dalle tue sfuriate e da qualche bestemmia che ogni tanto ti scappa, ma che ti potrebbero aiutare in questo “gabinetto di guerra” ad uscire dal tremendo periodo di Covid-19 ed individuare e studiare le vere ed indispensabili strategie per la ricostruzione del nostro martoriato territorio. Scombineresti così anche i piani dei vari zii, nipoti, pulzelle miracolate ed i loro compagni che non avrebbero portato musica nuova in cucina, ma come vecchi e sfiatati tromboni si sarebbero limitati a suonare a comando la stessa solfa sentita da anni ed interpretata probabilmente con minor intelligenza. Quello che ho scritto o scritto. Ora caro SPLENDENTE tocca a te e qui vedremo se hai del coraggio o solo chiacchiere e fegato alla veneziana… con cipolla. 
 Don Camillo