sabato 20 settembre 2014

Campo dei Linardi

Come avevamo promesso, diamo seguito al racconto del ritrovamento della..Pompei di Cagnoni, nell'area dove sono iniziati i lavori del Conad Aquarena. Una stupenda piscina a sei corsie costata solo per l'acquisizione del terreno oltre 14 milioni. Con grande giubilo di Unicredit che vede ridurre il contenzioso con il Palas. Che sia a qualche centinaia di metri dall'altra struttura comunale chiamata Garden Center è un particolare irrilevante al confronto della mole di debiti accumulati dal nostro TutanCagnon, ormai anche lui vincolato alla poltrona dalla Sovrintendenza.
La storia iniziò nel lontano 1983, quando in via della Fiera angolo via Simonini, poco distante dalla necropoli romana denominata Campo dei Linardi ( ex fornace Fabbri) fu rinvenuta una tomba romana. Tale intervento fu eseguito nell’ottobre di quell'anno, su un terreno di proprietà della Cassa di Risparmio di Rimini, dove il Geom. Mauro Dotti, dipendente della Banca Carim e presente sul sito in qualità geometra incaricato dalla medesima banca, nei giorni 19/20 ottobre rinveniva la tomba romana ad inumazione in cassa di piombo con corredi funerari, risalente al I secolo d.C. Sul posto si recarono gli esperti del Museo civico riminese, i quali avvertirono tempestivamente la Sovraintendenza dei Beni Culturali e Archeologici di Bologna. I reperti recuperati sono attualmente esposti presso il museo comunale di Rimini. La storia venne raccontata dall'amico Romano Bedetti in un suo articolo. Su tale reperto, valutata l’importanza esclusiva, il Prof. Marco Galli, attualmente Professore Associato d’Archeologia e Storia dell’Arte Classica alla Sapienza, Università di Roma dal 2002, nonché ricercatore del CNR tedesco con progetto sulla cultura abitativa in età romana, nel 1998 pubblico un saggio dal titolo : “ Tomba romana ad inumazione in cassa di piombo I secolo d.C.” pubblicata a Colonia Germania 1998. ( agli atti della Biblioteca Comunale di Rimini). (Fonte: cit. dello studio in La tomba di “ San Luca Evangelista” : la cassa di piombo e l’area funeraria di Girolamo Zampieri). Il rinvenimento della tomba romana e relativi corredi funerari, avvenne durate i lavori di scavo in area situata a sud al complesso fieristico riminese, area corrispondente al suburbio meridionale della città antica, (Campo dei Linardi). Lungo la scarpata nord dello scasso, alla profondità di circa 1,30 mt. rispetto al piano di campagna, si notava la presenza di una tegola marcata “Cinniana”, che costituiva la parte anteriore di un rivestimento laterizio. Dopo lo splateamento del terreno, si è potuto procedere, nei ristretti limiti imposti dall’emergenza, allo scavo e alla relativa documentazione del rinvenimento. Documentazione trasmessa alla Sopraintendenza dell’Emilia Romagna con coordinate : Scavo 19-20 ottobre 1983, relazione, piante e sezione di scavo n. prot. 6634 posizione B-14. Si ricorda che tutta l’area sottoposta a studio è un area dove sono stati rinvenuti nel passato, fin dal secolo scorso, reperti più o meno rilevanti, ossa, figuline, monete e lucerne antiche, poiché è un area inserita fra le necropoli antiche delle città ad opera di Luigi Tonini, padre di Carlo Tonini che nel settembre del 1901 segnalava alla Direzione degli Scavi di Antichità per l’Emilia e per le Marche, riguardo al ritrovamento di un prezioso busto bronzeo, attualmente di proprietà del Metropolitan Museum of Art di New York, ed ivi esposto. Tale opera è un “busto bronzeo raffigurante Agrippina Minore”. Inoltre già dal lontano 1878, in occasione della costruzione della fornace ad opera della famiglia Fabbri, venivano rinvenuti vari reperti che puntualmente venivano offerti in vendita o donati al Museo Comunale gestito appunto da Luigi Tonini e poi dal figlio Carlo Tonini. Il Ministero della Pubblica Istruzione, attraverso il Dott. Edoardo Brizio, Direttore della direzione degli Scavi d’Antichità dell’Emilia e delle Marche, visionate le foto del busto, dava il consenso per l’acquisto. Le esose richieste della Famiglia Fabbri, unitamente al contenzioso sorto con il colono Merlino (vero ritrovatore del reperto), non ne permisero l’acquisto, il quale fu venduto in gran segreto ad un antiquario romano nel 1902 e se ne persero le tracce fino al 1952, quando l’Edith Perry Chapman Fund lo donò al Metropolitan Museum of Art di New York e dove tutt’ora è in mostra. Non cito le fonti davvero numerose e tutte d'alto livello. Rimaniamo ai fatti. Per le ragioni ormai conosciute da un cittadino su 53 votanti, il Sindaco Gnassi, ha interrotto il ramadan del mattone per permettere a TutanCagnon di dotarsi di una stupenda piscina chiamata vezzosamente Aquarena. In realtà le sei corsie permettono di spalmare meglio i debiti Unicredit, la banca con la cuffia. I lavori "dovrebbero" svolgersi, su un terreno di straordinario valore archeologico ma per colpa di quel rompiballe di Camporesi poco probabilmente verranno interrotti. Quel grillino la deve smettere!!! Forse ci riuscirà la moglie. Ci sono due cantieri in Città e li vuole chiudere. Per fortuna quelli del Trc guidati dall'intrepido Ing. Dalprato hanno proseguito con i danni. Per fermarli ci voleva un assegno di 54 milioni. Venderemo la Pompei di Cagnoni.