martedì 9 settembre 2014

Il Festival di Renzi

Il Festival dell'Unità ha rappresentato per decenni la manifestazione più importante dal punto di vista politico. Una platea dalla quale non solo dirigenti e segretari del più grande partito comunista dell'occidente si rivolgevano agli iscritti e simpatizzanti ma anche una possibilità di confronto democratico con tutte le forze dell'arco..costituzionale. Oggi ripetere queste cose è vezzo senile. Quando la chiusura della kermesse, ormai tutta in affido, è consegnata alla camiseta blanca di Renzi, diventata la divisa estiva ufficiale dei democrat, c'è poco da aggiungere. Devo dire che si capisce benissimo che non è il suo luogo di nascita, era uno specialista fiorentino nelle inaugurazioni dei concorrenti festival delle amicizie democristiane. Manda le Boschi, la politica si fa con i selfie. Una volta per il Pci era necessario, vitale, organizzare queste feste di popolo. Esisteva un unico giornale, fatto chiudere, per l'informazione. Oggi Pittibimbo non ha che l'imbarazzo della scelta tra i carlini d'Italia. La Festa nazionale dell’Unità a Bologna è stata segnata quest’anno dalle numerose polemiche dei precedenti dirigenti del Partito democratico, da Pier Luigi Bersani, D'Alema, Rosy Bindi e dalle stoccate a distanza di imprenditori e manager importanti. Il migliore nell'interpretare la figura moderna del "padrone" rimane Marchionne, il licenziamento in diretta di Monty è da cineteca. Vi siete accorti che tutte queste messinscena politiche sono sempre accompagnate da riferimenti gastronomici? Il patto dei tortellini, così è stato definita la mangiata alla bolognese di qualche socialista europeo che per disperazione si è unito con Renzi. Mancava alla tavola delle veline la Boschi. Il patto non vale. La Mogherini ha ripetuto nel caso non avessero sentito bene all'indomani della sua elezione che ..Putin ha violato i patti. Non conosco la qualità del vino, ma alla fine nel brindisi di commiato il Premier ha affermato che è impegnato a fare dell'Europa una cosa seria. Non ci interessano vincoli di bilancio e spread ma valori, dignità e ideali comuni. La Merkel gli ha lanciato un boccale di..birra. I tecnici, ha ribadito, ci hanno detto che è finita la luna di miele, c'è una parte di esperti del paese, cresciuta all'ombra della prima repubblica, incapace per 20 anni di leggere Berlusconi come ho fatto io in una settimana, che non ha anticipato la crisi e ora ci spiega che gli 80 euro sono un errore. Ma noi non accettiamo lezioni. Non mollo. Con questa minaccia si chiude il festival assieme allo storico giornale che ha avuto la sfiga di darle il nome.