venerdì 12 settembre 2014

La cultura della piada

Cesenatico si è autoproclamata capitale della piadina, Ravenna della cultura tout court, a Rimini nessuno riesce ad usurpare i due titoli mondiali delle puttane ed incompiute. Per essere sicuro Gnassi ha annunciato con il solito low profile style che in 18 mesi, due bambini, rivoluzionerà il Borgo del fratello, Castello e annessa Piazza Malatesta. A dire il vero ha già iniziato con il Teatro, non sembra però sia andata bene come con il Lungomare. L'unica cosa realizzata è l'Aquarena con il cloro sciogli debiti. Qualcuno ha intenzione di agire per vie legali nei confronti di usurpazioni di titoli nobiliari tanto violente? Gli avvocati comunali sembra abbiano altro da fare, presto molto importante, direi vitale. La ventilata riforma della giustizia non ha trovato gradimenti tra la magistratura, le ultime notizie lo confermano. Nel Pd se non hai almeno una comunicazione, un semplice invito a comparire non ti puoi candidare e soprattutto non puoi annunciare dimissioni. Per la Presidenza della Regione dovranno usare il metodo Grillo, tutti intonsi. Sul dopo ci possono essere alcune perplessità. Impareranno, ma stando all'opposizione di tutto è molto difficile. Contenti così. Potresti liquidare la querelle della piadina come una delle tante distrazioni dai problemi reali e tragici di un paese ed una città che stanno scivolando verso il baratro. Provate a fare un giro informativo da avvocati e commercialisti o magari nelle banche, vi sentirete raccontare un'altra storia, potreste compilare pagine diverse da quelle fantastiche delle fotocopie locali. Persone che comparivano nell'elite cittadina non riescono nemmeno a racimolare il pranzo e lo rimandano alla cena. Avere un capitale è uno dei reati patrimoniali più gravi, Paghi tasse assurde e non riesci a monetizzare niente. Le banche dovranno prima o poi andare ad una razionalizzazione dei loro crediti inesigibili, rilasciati ai soliti noti, con valori oggi assurdi. Un catena che trascinerà il resto delle categorie, come sta avvenendo. O Gnassi non vuole si parli di queste cose, distanti dalla sua visione festaiola, con le dita alzate al cielo? Se questo fosse il solito campanilismo, la cosa che più spaventa è la pseudo cultura del sentito dire, credere nelle proprie bugie. Anche la Piadina sembra non sfuggire a questa maledizione, il primo coglione saccente spaccia questo alimento come il cibo dei poveri. Vero solo a metà. La piada ha avuto larga diffusione nella logica di poter usare farina di frumento, più abbordabile sul piano economico. Se questo non viene detto è come accusare di stupidità i nostri nonni o bis. Avendo a disposizione un chilo di farina bianca (farina di grano) avrebbero, magari aggiungendo due uova, potuto mettere a tavola un chilo di tagliatelle o quasi due chili di pane. Una storia che si ripete nel nostro paese, il caso più eclatante è quello della polenta che partendo dallo stesso ingrediente di base produce un prodotto diverso. Non voglio fare lo storico del cibo, potevo diventare europarlamentare pentastellato. Ripeto, ricordo, le cose che ho sempre sentito raccontare in famiglia romagnola. La farina di grano ha sempre avuto costi proibitivi. L'esempio pratico, era il pagamento in natura dei braccianti riminesi che andavano a fare la campagna del grano nel ravennate prima di Herrani. Portavano a casa un quintalotto per 15 di giorni di lavoro per più di dieci ore. Non c'era l'art 18.