venerdì 26 settembre 2014

Comunicato M5S Rimini

Quando si accetta il contributo dell’Opposizione 
Questa settimana, alla Camera, è stata approvata l’introduzione di una nuova norma nel codice penale: l’art. 375 “Reato di depistaggio e inquinamento processuale”. La nuova norma disciplina tutte quelle condotte poste in essere al fine di sviare le indagini e ostacolare l’accertamento dei colpevoli dei reati, cosicché chi dovrebbe non paga o, peggio ancora, paga qualcun altro. Qualcuno penserà che un tale criterio già esista nel codice penale. E invece no. I casi di depistaggio in Italia sono molti, eclatanti e impuniti: tutto a causa di un vuoto normativo. L’introduzione di questa norma rappresenta un grande aiuto per tutte le nostre Procure e tribunali che finalmente disporranno di uno strumento fondamentale nel perseguimento della lotta alla criminalità organizzata che sappiamo essere presente anche nella nostra regione e nella provincia di Rimini come dimostrano le indagini e i processi in corso, basti pensare all'operazione “Black Monkey” legata al boss ‘ndranghetista Nicola “Rocco” Femia, o l’operazione “Machiavelli” condotta dal GIP di Rimini, come anche la complessa controversia “Mirror” che coinvolge organizzazioni criminali di grande forza famose per la loro capacità intimidatoria. Tengo moltissimo all'introduzione di questa norma perché, oltre ad essere necessaria, è il frutto di una corretta interpretazione del rapporto che sempre ci dovrebbe essere tra maggioranza e opposizione, una dimostrazione palese di come le alleanze siano utili a tutt'altri scopi, mentre la produttività nasca da ben altro. Il testo finale, di cui il primo firmatario è Paolo Bolognesi (PD), contiene numerose modifiche migliorative apportate dai miei emendamenti: l’allargamento ai reati finalizzati all'agevolazione dell’associazione mafiosa previsti dall’art. 51 comma 3 bis c.p., un aumento della pena fino al doppio se concorre il fatto che il reato sia compiuto da un pubblico ufficiale e che si tratti di reati di particolare gravità come delitti di strage e mafia e un bilanciamento tra attenuanti e aggravanti. Le migliorie del testo sono il frutto delle audizioni richieste dal Movimento 5 Stelle di esperti del calibro del procuratore Roberto Scarpinato (si è occupato delle indagini di omicidi eccellenti come il Presidente della regione siciliana Mattarella, il segretario regionale del PCI Pio La Torre, il prefetto Carlo Alberto Dalla Chiesa, il segretario provinciale della Democrazia Cristiana Reina, come di indagini che hanno portato alla condanna di vertici dei servizi segreti collusi con la mafia e delle indagini sulla strage di via D’Amelio) e dell’avvocato Fabio Repici legale di Salvatore Borsellino e di parenti di vittime di stragi e mafia. Una nota a margine. In questi mesi ho avuto la possibilità di realizzare lo scopo della mia formazione e di accedere direttamente all'enorme bagaglio di esperienze accumulato da chi, per lo Stato, lotta in prima linea a rischio dell’incolumità personale. Chi pensa che a Rimini e in Riviera le organizzazioni mafiose non siano altro che “una bella barzelletta”o chi usa, a modi sfilata, le occasioni pubbliche in cui la società civile dovrebbe dire no alle Mafie, fa un torto proprio a queste persone.
 Giulia Sarti Movimento 5 Stelle Rimini / Roma