martedì 30 settembre 2014

Una precisazione: Il Mercato

Riceviamo una singolare precisazione dal nostro più importante collaboratore che, pur centellinando gli interventi, è sempre illuminante. Ecco cosa ci scrive:
Caro Lugaresi, vedo che spesso sulla stampa, ma anche sui blog (e, qualche volta, anche sul tuo), si fa un po’ di confusione tra i concetti di “mercato”, “sviluppo” e, ancor, più, “sviluppo economico”. Sono concetti assolutamente eterogenei tra loro. Direi di più: normalmente confliggono tra loro. Soprattutto perché il “mercato” non è altro che quanto il detentore del prodotto o servizio può massimizzare in un dato momento, cedendolo ad altri. Il miglior momento del mercato è sempre nei periodi di grande o grandissima crisi economica, cioè, in altre parole, nelle situazioni estreme. La prova provata è che i migliori e maggiori guadagni il “mercato”, inteso come entità, li realizza durante i periodi di guerra. Mai vi furono arricchimenti tanto colossali quanto rapidi, se ci pensi bene, che nei momenti del “mercato nero”. L’essenziale non è distribuire prodotti, ma distribuire pochi prodotti e, con essi, guadagnare il massimo. Il profitto è massimizzato se il prodotto è “essenziale”. Ma può trattarsi sia di una “essenzialità” naturale (cibo, acque, calore…), sia “indotta o creata” (pensa all’I-Phone…). E’ un piccolo concetto ben noto agli economisti ma oggi, apparentemente, dimenticato. Ovviamente, volutamente. Non è dimenticato però, anzi è applicato scientificamente dai pochi soggetti monopolisti oggi operanti sul mercato sia finanziario, che dei servizi, che dei prodotti che, proprio oggi, realizzano i massimi profitti. Da qui l’apparente stranezza di crisi economica devastante e borse in ascesa. Non è una stranezza, ma la realizzazione del principio che ho cerato di sintetizzarti, sia pure alla buona, nelle prime righe di questo articolo. Spero che questo piccolo intervento possa chiarire almeno questo concetto e approfitto per salutarti cordialmente.
Il Cancelliere