lunedì 8 settembre 2014

Quel che resta del giorno

In quella che sarà sicuramente “l’ultima stagione vera” della nostra città, schiacciata dall’imbecillità degli uomini e da avvenimenti mondiali talmente grandi da rendere persino ridicole le nostre velleità, è bello, in questo giorno d’estate, probabilmente l’ultimo, ricordarsi di qualcosa di piacevole. Per Rimini, paradossalmente, possono essere due passi sull’unico tratto di spiaggia non contaminato dalle brutture degli ultimi due decenni. Alludiamo a quel pezzettino di costa che i riminesi vecchi chiamano “Barafonda”e, quelli più giovani, San Giuliano Mare. Quelli più vecchi vi “facevano” da bambini la spiaggia non potendosi permettere le località costose di Marina Centro. Per la sua conformazione tra due foci (quella del porto e quella del deviatore) la Barafonda ha resistito nel bene o nel male a ogni cambiamento. Pochi alberghi, pochi negozi un po’ all’antica ma con, all’interno, alcune cose di qualità e una tranquillità incredibile rispetto al resto della costa dovuta al fatto che i bagni sono gli unici urbanisticamente a norma e rigorosamente presidiati. La mole della darsena, all’estremo sud di questo pezzettino di terra, stona sicuramente un bel po’; sembra il memento alla megalomania che ha affondato questa città ma basta fare cento metri verso nord e, alla Barafonda o San Giuliano Mare che dir si voglia, ci si ritrova in una perfetta ambientazione “anni 60”. Tutto sommato, nel suo demodé, è l’unico tratto di Rimini che merita qualcosa. Vi sono persino un paio di negozietti che al posto della “roba cinese” vendono le ultime (ma sono davvero le ultime!) produzioni dei piccoli calzaturieri di San Mauro Pascoli. In quest’ultimo giorno d’estate 2014, in quello che resta del giorno, vi invitiamo davvero a farvi due passi. Forse potrebbe essere l’estrema occasione.
 Woland