mercoledì 24 settembre 2014

Comunicato M5S Rimini

17 INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA CAMERA 09/19/2014 294 4 305960 SARTI GIULIA MOVIMENTO 5 STELLE 09/19/2014 MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE E DEI TRASPORTI MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE E DEI TRASPORTI 
Atto Camera Interrogazione a risposta scritta 4-06088 presentato da SARTI Giulia testo di Venerdì 19 settembre 2014, seduta n. 294 SARTI.
Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro dell'economia e delle finanze . Per sapere, premesso che: Aeradria spa, partecipata al 17,73 per cento dal comune tramite la Rimini Holding spa, per decenni, sino al 26 novembre 2013 è stata l'ente gestore dell’«Aeroporto Federico Fellini» di Rimini-San Marino. Nella data su citata veniva depositata la sentenza di fallimento della società di gestione. La stampa riporta come, già prima della sentenza, il procuratore capo di Rimini chiedeva il fallimento di Aeradria poiché, ogni volta che un soggetto terzo, verificava i dati a sostegno del concordato di continuità, si rivelavano sempre falsi; i primi, nonché gli unici, a denunciare in tempo utile la situazione in cui versava la società gestore, e conseguentemente l'aeroporto, sono stati i tre consiglieri comunali del M5S sin da un consiglio comunale del 2011, durante il quale si sarebbe deciso se ricapitalizzare o meno la società. I consiglieri comunali del M5S di Rimini, davanti ai bilanci di Aeradria spa, evidenziando le criticità e i rischi che un aumento di capitale avrebbe causato, chiedevano l'intervento immediato del sindaco, affinché venisse disposta la revoca degli amministratori dall'incarico; sia il collegio sindacale della società, organo deputato alla vigilanza sull'osservanza della legge e dello statuto, sia la società di revisione Deloitte&Touche spa, esprimevano parere negativo all'aumento di capitale: il bilancio di esercizio chiuso alla fine del 2010, infatti, esponeva una perdita di esercizio di 7.641.793 euro. Ciò nonostante, gli amministratori della società decidevano di aumentare il capitale dichiarando che tale azione era volta a sostenere il «Piano investimenti» quando in realtà veniva utilizzata per riequilibrare la perdita; con la sentenza del 26 novembre 2013 veniva nominato il curatore fallimentare responsabile della gestione provvisoria prevista fino al 31 ottobre 2014; veniva inoltre avviata una procedura di concordato preventivo con i 51 creditori affinché ricevessero solo una parte dei pagamenti. La situazione si aggravava: i creditori si opponevano invano e la corte d'appello di Bologna respingeva i ricorsi da questi presentati. Nella motivazione della sentenza i giudici dichiaravano che il dissesto economico-finanziario di Aeradria veniva «sottostimato» e che, grazie alle relazioni redatte dal curatore fallimentare, emergeva un quadro ben più grave, tanto da configurare una vera e propria frode. La corte d'appello continuava poi, affermando che era inspiegabile che gli amministratori non avessero intrapreso, come previsto per legge, le dovute azioni risarcitorie verso i vecchi gestori; è grazie all'intervento della procura inquirente che veniva resa nota la ragione dell'inerzia degli amministratori e dei soci pubblici: Aeradria spa versava in una situazione di debito fallimentare pari a 56 milioni di euro dovuto da anni di gestione illegale del denaro pubblico. Infatti, tra i reati ipotizzati dal procuratore Gualdi, a capo dell'indagine, figuravano: bancarotta fraudolenta, ricorso abusivo al credito, abuso d'ufficio e falso in bilancio. Gli indagati erano i membri del consiglio d'amministrazione, il presidente Massimo Masini, i vicepresidenti Massimo Vannucci e Mario Formica, il sindaco Pd di Rimini Andrea Gnassi, l'ex sindaco Alberto Ravaioli, il presidente della provincia Stefano Vitali e l'ex presidente Nando Fabbri. Indagati anche un vicepresidente della Banca Malatestiana e un funzionario della Cassa di Risparmio di Rimini. Nell'indagine figurava anche un finanziamento da 1 milione 200 mila euro concesso dalla Cassa di Risparmio, sulla base di lettere di patronage firmate dal sindaco e il presidente della provincia di Rimini. Le garanzie date però, non avevano alcun tipo di supporto concreto, in quanto alla base non vi erano stanziamenti pubblici. In questo modo, spiegano gli inquirenti, si sarebbe solo cercato di dissimulare l'insolvenza in cui era finita Aeradria; la questione non ha coinvolto solo i vertici riminesi ma anche la direzione dell'ENAC (Ente nazionale aviazione civile). Il 14 aprile 2014, infatti, la Guardia di finanza perquisiva abitazioni e uffici del presidente ENAC Riggio e dei tre membri del consiglio di amministrazione, Roberto Sorrentino, Andrea Corte e Lucio D'Alessandro, notificando loro un avviso di garanzia per bancarotta fraudolenta in concorso. Sorrentino, faceva parte sia del collegio sindacale di Aeradria che di Enac. Aeradria gli aveva richiesto una relazione per ottenere la certificazione del marchio promozionale «Rimini-go», portale di prenotazione dei voli. Secondo il pubblico ministero la relazione rappresentava la contropartita per concedere una consulenza da settantamila euro; il 16 aprile 2014. ENAC pubblicava un bando di gara a evidenza pubblica per l'affidamento della gestione dell'aeroporto di Rimini ad un nuovo ente. La durata prevista per la concessione è di 30 anni; il 14 luglio sono scaduti i termini di presentazione delle offerte per l'assegnazione e l'individuazione del nuovo gestore ma non sono pervenute offerte relative al compendio aziendale. ENAC ha invece ricevuto quattro offerte per la concessione della pista dell'aeroporto di Rimini e, dalle notizie di stampa, la favorita sembra Novaport Italia collegata alla nota Novaport russa, per la cui vittoria si è stranamente espressa favorevolmente l'associazione sindacale Uil; alla luce dell'importanza economica rivestita dall’«Aeroporto Federico Fellini» e della gravità dei fatti fin'ora accaduti e sopra descritti –: se i Ministri interrogati siano a conoscenza, anche per il tramite della Camera di commercio, delle ragioni per le quali non si sia ritenuto di promuovere un'azione di responsabilità nei confronti degli amministratori, anche in considerazione del danno sino ad oggi maturato e di quello che ne conseguirà se l'aeroporto di interesse nazionale di Rimini verrà chiuso e che, secondo l'interrogante, sulla base delle evidenze contabili del 2010, non può che dipendere dagli amministratori. 
Giulia Sarti