martedì 9 settembre 2014

Buona Scuola

Riorganizzazione delle docenze, con l’assunzione di 150mila precari, taglio delle supplenze, formazione continua degli insegnanti, aumenti di stipendio in base al merito, più banda larga e wifi, musica, arte e inglese. Sono alcune delle novità del piano della “buona scuola” di Matteo Renzi, la nuova riforma dell’istruzione su slide. Dopo quella famosa dell'amore è l'ora della Scuola nell'annunciata svolta renziana, tanto per passare i peggiori mille giorni della storia del Paese, in attesa che faccia la fine dell'industria, artigianato, commercio e..sport. In Redazione, stanchi quasi spossati dalle patacate riminesi, confortati da alcune pregevoli conoscenze ed esperienze significative dagli asili di partito, all'università, abbiamo compilato un breve dossier sui mali endemici, aggravati dalle riforme di ogni pessimo ministro. Devo dire che i peggiori come al solito sono stati i guai di..sinistra. Nel "patto educativo" per la scuola, aveva anticipato il premier, proporrà agli insegnanti di superare il meccanismo atroce del precariato permanente e della supplentite, ma chiederà loro di accettare che gli scatti di carriera siano basati sul merito e non semplicemente sull’anzianità. Svolta epocale, una ola redazionale, sarà..sarebbe una svolta enorme. Nella scuola metteranno più risorse chieste in prestito alla Merkel, la restituzione a rate mensili, con possibilità di estinguerlo anche in anticipo nel caso certo di default. Nella legge di stabilità ci saranno le prime risorse con gli immancabili spending review, sembra abbia individuato anche in questo settore del "grasso che cola" dai muri scrostati e cadenti. Nel frattempo continuerà ad investire nell'edilizia scolastica fino a quando qualcuno gli ricorderà che le competenze sono locali. Non sarà certo Gnassi. Sboccheranno il patto a quei comuni che hanno progetti seri, cantierabili, magari delle ruote scolastiche. Stanca di queste pugnette&annunci una professoressa che ha partecipato al nostro forum ci ha chiesto se sapevamo come stesse oggi la Scuola Italiana. Un attimo di grosso imbarazzo, conosciamo a memoria i disastri politici, amministrativi, le incompiute della Città, ma sulla..scuola siamo carenti d'informazioni. Parlare di 100mila nuove assunzioni nella palude stagnante della scuola fa l'effetto del Berlusconi che cancella l'Ici. Una goccia elettorale nell'oceano di 600 mila precari. Come al solito vuole strafare: sproloquia di eliminare il precariato e premiare il merito degli insegnanti. Come capita nei comuni dove tutti i dirigenti sono bravissimi. I risultati dei test Pisa (Program for International Student Assessment) sui nostri 15enni, ci collocano ben sotto la media Ocse. Le riforme del passato di certo non sono servite a migliorare la qualità dell’insegnamento e le capacità dei nostri studenti. Il problema non sono tanto le elementari e le medie, che sembrano funzionare più che bene nel confronto internazionale, le lacune si annidano alle superiori, quando la distanza tra gli studenti italiani e quelli stranieri si allunga. Senza dimenticare il peso sociale degli insegnanti, tenuti scarsamente in considerazione rispetto ai colleghi tedeschi, francesi o inglesi. In Italia pochi incoraggerebbero il proprio figlio a intraprendere la carriera di docente, meglio dj. Le riforme non hanno mai finito per premiare il merito o la qualità degli insegnanti e di riflesso la qualità degli studenti. L’Italia non spende poco per la scuola, ma spende male. Dalla riforma Gelmini in poi (2008-2013), la scuola italiana ha perso per strada ben sei miliardi di euro di fondi tra tagli al personale e ai materiali didattici. Quello che ci pone ben al di sotto degli altri Paesi europei è soprattutto la percentuale della spesa in istruzione in rapporto al totale della spesa pubblica, ponendo l’Italia in penultima posizione tra i 27 Paesi europei. Quasi tre milioni di ragazzi italiani negli ultimi 15 anni, il 31,9% di coloro che dopo la terza media si sono iscritti alla scuola superiore, non arriva al diploma e non termina quindi gli studi. Uno dei mali della nostra istruzione ha un nome preciso: dispersione scolastica. Può affidare alla Boschi il compito di ricordaglielo, passodopopasso. Un'altra balla è stata lanciata, potrebbe fare l'art director da..Scarpato.

P.S.
Non ci ha spiegato dove troverà i 10 miliardi di spese militari, annui, promessi ad Obama.