lunedì 10 novembre 2014

L'aeroporto abbandonato

Nella storia dell’Aeroporto Internazionale Federico Fellini di Rimini c’è sempre qualcosa che stride fastidiosamente. L’ombra sul bando, gli strani comportamenti di Enac, l’aeroporto dato in svendita, ma non tenuto aperto, situazioni che si rinforzano oggi con una nuova occasione di atroce dubbio. Sono anni che le istituzioni locali, quelle che a parer nostro sono le maggiori responsabili del disastro Aeradria, gridano ai quattro venti che l’aeroporto doveva (e deve) stare aperto qualsiasi sia il costo. L’Aeroporto è un prestigio e rappresenta un indotto a cui il territorio proprio non può rinunciare, tanto che qualcuno evoca la morte di Rimini se le cose dovessero andare storte. Il rischio che le cose vadano peggio di come sono andate fino ad ora c’è, perché l’apertura di un contenzioso dilaterebbe pericolosamente la chiusura forzata e si sa che le linee aeree sopra ad ogni cosa chiedono continuità di servizio. Ma allora … perché ripagare con l’indifferenza chi per iniziativa personale tiene aperta la famosa cornucopia da un milione di passeggeri? Ci riferiamo all’Aero Club di Rimini che ha ottenuto la gestione provvisoria dell’aeroporto per quanto riguarda i voli dell’aviazione generale. In parole povere una continuità operativa che, anche se non tratta voli di linea, eviterà a chiunque ottenga il bando di trovare ad attenderlo un “campo di patate”. Con un Comunicato stampa di oggi Aero Club, ente morale no profit gestito da volontari, lamenta la totale latitanza di tutti gli interlocutori Istituzionali che, in questo caso, dovrebbero banalmente aiutare a trovare contributi per l’ovvio maggiore dispendio di risorse umane e finanziarie. Pare però che dopo aver svenduto in saldo un aeroporto si sentano tutti assolti da successive incombenze. Ancora una volta quello che si dice è diverso da quello che si fa ed è sempre spettacolare trovare ai piedi di slogan così grandi uomini così piccoli, quasi un miracolo della natura. Un frinire di cicala da 100 decibel , ma proprio come per l’insetto il canto dura giusto il tempo della soddisfazione di interessi immediati. Una volta in Romagna era pieno di formiche. 
 P.S. Aspettiamo di essere messi di fronte al fatto compiuto per capire se nella compagine finale ci sia nessuno di collegato a Carim, Fiera o Riminini Holding. Sarebbe piuttosto antipatico scoprire che personaggi del territorio, magari proprio quelli che parlano di indotto, lo abbiano preferito chiuso per prenderlo in saldo (con tutte le conseguenze del caso
dado cardone
citizen.