giovedì 5 gennaio 2023

La Spiaggia di Bolkestein

Nei ventennale del mio Blog, nato per avversare il regime nascente, credo di avere scritto un centinaio di articoli sulle "conseguenze" della Direttiva Europea 2006/123, chiamata Bolkestein, spesso insultata. Sotto l'ombrella di Prodi venne approvata con particolare adesione dei piddini, in incubazione con lo spermatozoo margheritino. Ho sempre difeso lo spirito normativo del mercato (comune) europeo che tendeva ad affermarlo libero. L'Unione Europea è nata nonostante la contrarietà commerciale dei padroni americani. Eravamo competitors temibili. La guerra voluta da Biden ci ha riportato sulla terra della Nato. Alla rivoluzionaria novità ho dedicato una particolare attenzione, avendo maturato una certa confidenza con i problemi demaniali e soprattutto non ho mai giocato a nascondino nelle innumerevoli giunte frequentate. Ho difeso e difendo il principio ispiratore di questa normativa. Ogni tipo di rapporto del Pubblico con il Privato, deve concludersi con bandi e necessarie gare. L'unica eccezione è Paesani. La politica italiana (tutta ) ha preferito rincorrere il consenso dei signori della sabbia, proponendo una infinità di soluzioni, finite miseramente. Ha però permesso alle coalizioni di entrambi gli schieramenti di padroneggiare le spiagge pubbliche. Invocare adesso La Libera Spiaggia sembra quasi un presa per.. l'ombrellone. La sorpresa è la Meloni che chiede un aumento del canone del 25 %. Rispetto alle inc... che abbiamo preso con le sanzioni, volute dall'altra parte dell'oceano, la cosa non appare sconvolgente ma, tanto meno,risolve la questione Bolkestein. Sono convinto che i bagnini non si aspettavano questo provvedimento. Come hanno reagito Salvini e Santachè, ministri con la canottiera? Va pure segnalato che in questi anni di crisi la "simpatia" verso gli operatori balneari è calata. Il social termometro lo segnala. Il cambio non è sfuggito alla Giorgia, sempre molto attenta alle correnti di pensiero e voti. Scenario nuovo, che costringerà i super tifosi della sinistra riminese a cessare di menar il can per l'aia, proponendo proroghe scandalose, per aggirare
 la normativa. I fondi del Pnrr sono l'ultimo ostacolo insuperabile. Finita la farsa. Occorre amministrare il passaggio che si può definire decisivo per la nostra città. La mia proposta è sempre stata quella di usare la Direttiva come possibilità di trasformare il bene in concessione. L'occasione per creare moderni sistemi e servizi, in sintonia con il cambio della domanda. Occorre riconoscere: 1) Stretta sinergia tra ricettivo e balneazione 2) Creare stabilimenti che permettano l'unione di 3/4 operatori 3) Diversificare l'offerta  4) All inclusive richiesto dai mercati 5) Possibilità di consumare pasti in spiaggia 6) Creare negli stabilimenti, i servizi che gli alberghi non offrono per la mancanza degli spazi. 7) Controllo della qualità del prodotto da parte dell'Amministrazione Comunale e raggiungere il marchio necessario per il nostro turismo. Una sfida che non deve finire come la mobilità per caso. Il cosiddetto (maledetto) Parco del Mare doveva essere lo strumento conclusivo del cambiamento. Rimini sta collassando, spero che qualcuno lo avverta. Non leggo allarmi giornalistici, ma quella è solo la conferma che il regime è un virus ancora presente. Usiamo la Direttiva come strumento pianificatore del cambiamento. Cessate però il pressapochismo che vi fa distruggere i parcheggi per inventare quelli a spese del verde. Invito il Sindaco, da cui ho ricevuto (sempre) onesti impegni, a modificare il percorso originale. Il congresso dei generi vi porterà a conclusioni tragiche. Rimini prima di tutto. 
massimo lugaresi