sabato 21 gennaio 2023

Gesù o Barabba?

Quando si parla di calcio, occorre premettere a quale fazione appartieni. Se hai il coraggio di proclamarti juventino, fin da bambino, sei della cosca di Matteo Denaro. Lo dicono anche influenti avvocati e quelli un pò meno. Premetto però che non sono un tifoso della casata agnellare, da tempo un grosso
 problema del nostro calcio deviato.
Detto questo, mi addentro brevemente in quello che è successo, per la terza volta, al pari dei giuramenti di Giuda, alla Juve. La prima volta è stata solo eliminata, frantumata, giustiziata come unica colpevole di un calcio malato e truccato, però senza colpire un solo arbitro della famigerata "ghenga" diretta alla milanese. Anche chi ha giocato a calcio "dal prete" come si diceva una volta a quelli più scarsi, sa che non può essere così, tantomeno ad alto livello. Ha dominato in Italia e vinto, dopo la purga morattiana, ben dieci scudetti di un calcio italiano in evidente regresso. Il passaggio dal tifo al sussidio televisivo, in base ai tifosi, ha reso il sistema troppo favorevole alla Juve. Bisognava colmare il gap dell'audience. Non potendo estinguere i tifosi, hanno pensato alla squadra. Trovi sempre un tribunale del popolo compiacente. Le due milanesi, vere nemiche, si affidavano ai dollari e yen, robusti ricostituenti, senza trascurare la giustizia sportiva come ultima speranza. Quello che è successo con la sentenza di ieri, credo rappresenti la veritiera immagine dello sport (?) più popolare. Le colpe societarie sono evidenti, la "purga" avvenuta lo attesta, ma per renderle più efficaci devi prescrivere sempre quelle degli altri? Sentenza a striscie bianconere. La commedia all'italiana, non è finita, come la cattura del più ricercato, in casa sua. 
massimo lugaresi