sabato 28 gennaio 2023

I Bagnini secondo Biagini

Sotto l'impeccabile regia di Maurizio Melucci, anche a Rimini si consumano (modeste) belligeranze congressuali. Il tema dirimente non riguarda i generi della 4 cittadinanze o le differenze belliche tra la destra della sinistra e la presunta sinistra del Pd, ma i "turbamenti" della potentissima armata demaniale, ovvero i bagnini. Tutto iniziò con la fuga di Melucci dal palazzo di Cesenatico, ospitante un incontro, poco amichevole, con i concessionari delle spiagge. Prime incomprensioni nel regime. Melucci nella veste di assessore al turismo regionale, venne " cacciato" ed inseguito dai bagnini incazzati per l'arrivo dei bandi Bolkestein che lui, ebbe il coraggio di sostenere. Nella giunta riminese allora vigeva la strategia delle tre scimmiette. Continuarono con le proroghe concesse nel silenzio-consenso del Carlino. Fu un trauma politico che segnò la frattura tra una fortissima componente (i bagnini) e il regime locale. Proroghe e varianti ad hoc dei piani spiaggia su dettatura, portarono le canottiere demaniali al governo della città. Melucci ricorda, ma non perdona. L'invidiabile furbizia gli consente di continuare la guerra però su procura. Roberto Biagini non è uno dei tanti "passati"per caso. Ha un pesante ed invidiabile curriculum, anche interista. Dieci anni passati in giunta, con deleghe pesanti, se non ci fosse stato Gnassi ad interpretarle. Due legislature, come ottimo Presidente del Quartiere 5 e una laurea in giurisprudenza che (giustamente) spesso mi ricorda. Nel cammino politico, interrotto da Gnassi, è approdato al Mare Libero. Anche dalle pale o solo dai bagnini? Una delle tante associazioni che promette l'impossibile, però liberatorio da gabelle e restrizioni. Una stronzata colossale direbbe, se ancora potesse, Paolo Villaggio. Ha ragione però nel definire il comportamento dei bagnini tra il frenetico e l'assurdo. Sembrano dei piddini da spiaggia. Lo ha definito ironicamente " lo sfogatoio balneare". E' vero, come dice, che la processione non ha mai fine. Non sanno più a quale santo rivolgersi. San Pd è stato cancellato dal calendario, mentre la Giorgia non ha ancora le stigmate da ombrellone. Si è schierata però davanti a Stoltenberg come paladina della Nato. Il suo atlantismo non si ferma alle ringhiere del lungomare. Lo sfogatoio balneare è il massimo dell'ingiuria consentita contro una forza politica in maggioranza instabile. Biagini Roberto non ha capito e nessuno credo, sia in grado di dirlo, chi sia il cattivo di turno. Per non commettere errori potrei affermare, con poca fantasia: il Pd. Gli ululati alla luna europea sono inutili. Nel Recovery ci sono anche gli ombrelloni a bando. Invece di inventare finte opposizioni fino alle prossime deleghe di giunta o il solito accordo al ribasso, preparatevi a "mappare" le spiagge, eliminare le scandalose differenze tra i concessionari e predisporre bandi innovativi, considerando la nostra spiaggia, il bene più prezioso della città. Nei bandi inserite (finalmente) la percentuale obbligatoria di libera spiaggia. 
massimo lugaresi