martedì 10 gennaio 2023

I Lulisti

Lula, il brasiliano senza il 10 sulla maglia e piede magico, ma con faccia rubiconda e qualche scheletro nell'armadio, ha battuto, per un soffio, Bolsonaro rappresentante della destra, sempre golpista. Alle volte riescono (bene) a dare ragione alla stampa democratica. Con l'aiuto indispensabile della polizia e soprattutto dei militari, hanno organizzato una spettacolare, cinematografica rivolta, che ha dato respiro perfino alla propaganda piddina. L'interminabile guerra su procura comincia ad essere un peso per le bugie che raccontano, ogni giorno. Escono rappresentazioni incredibili anche per i dioscuri dell'informazione a senso unico. La gara a chi fornisce più armi al comico piangente è parimenti insostenibile. Nonostante l'impegno occidentale della Meloni, meglio di Stoltenberg. Ci volevano le speculazioni autostradali per farci capire che le sanzioni sono stronzate che si riversano sul nostro saldo correntizio? Entrambe le coalizioni, per ragioni totalmente diverse, silenziano la verità sugli aumenti. Certo che speculano, lo hanno sempre fatto, dal momento che è stato deciso il libero mercato. Noi, da sempre, dipendiamo dagli approvvigionamenti russi. L'unico referendum rispettato è stato quello nucleare, però abbiamo centrali ai nostri confini. La Madre Russia, comunista definizione, ci ha sempre rifornito. Sta iniziando la vera guerra. Non seguo le intelligence britanniche, meglio allenate ad intercettare le vicende comico-scandalose di una casa definita reale, ma più simile ad un piccolo fratello. Quelle atlantiche, nella versione americana, servono per nascondere il colpevole bellico. I badanti di Biden l'hanno accesa su procura, solo Putin la può spegnere. Basta riconoscere il referendum filorusso. 
massimo lugaresi