domenica 8 gennaio 2023

La Crisi del Pd

Ho letto un appello, naturalmente nascosto dalla propaganda, dei migliori giornalisti di guerra alla Capuozzo, rivolto alle intelligence, non manipolate, presenti e visionanti il conflitto su procura. L'aspetto che li accomuna è l'essere tutti o quasi, ex corrispondenti di giornali e riviste, una volta di sinistra e ben oltre. Gli altri reporter italiani, oggi sono veline occidentali più della Meloni, in presunto
 castigo. I loro giornali, con lieve sforzo possono essere definiti solo draghiani. Hanno racconato dal vivo, non dietro residence a 5 stelle, rischiando e spesso concludendo tragicamente una vita dedicata all'informazione corretta. Nella loro lettera esprimono sentimenti comuni a tutti quelli che "osano" contestare l'unica verità come fossimo i monoteisti della fede piddina. In soli 240 anni di vita americana le guerre che li ha visti protagonisti o coinvolti sono state un centinaio. Le ultime, li ha fotografati in fuga. Usare la critica e la storia ti consegna nella lavagna del putinismo? La colpa dei (solo) dieci giornalisti è di avere descritto realmente l'ennesima guerra, diversa dalle altre per la procura sempre americana. Per l'Unità sarebbero stati degli eroi. Invece devono trovarsi un lavoro o pubblicare la velina dell'intelligence di turno. O sei putiniano o stronzo, magari hai contratto entrambi i virus dilaganti. Ho raggiunto un'età che mi permette di non correre più rischi, magari da innocente. Dopo avere conosciuto il Sindaco, vi posso testimoniare che con Gnassi non ha attinenze caratteriali. Fortunatamente diversi. Confesso però che se uno con una ruspa demolisse la mia casa, con i nipoti dentro, farei infallibilmente come da bambino ai luna park. Vincevo tutti i premi. Per la Juve, secondo l'avvocato Biagini, però spesso stravedo. Compagno dei bei tempi della politica riminese, già con evidenti segnali di dissolvenza della sinistra nel Pd di Ravaioli ed Arlotti. Il dottore ci fece vincere, senza vistosi meriti, Tiziano finì il compito in parlamento.
massimo lugaresi