martedì 24 gennaio 2023

La tangente che inghiottì l'europa

I giornaloni, quando parlano dello scandalo che sconvolge il PSE (Partito Socialista Europeo), lo menzionano come Qatargate. Il marciume coinvolge il corruttore, ma anche, forse più, il corrotto, cioè colui che si è beccato i soldi delle “tangenti”, svolgendo il compito di convincere gli europei che nel Qatar i diritti civili, tanto cari alla sinistra, sono rispettati e quel paese è un modello di libertà e democrazia. Sembra di essere ritornati ai tempi della “Milano da bere”. Solo che i “bevitori” fanno parte dei partiti che hanno guidato la politica europea di questi ultimi 20 anni. Ci vorrebbe un nuovo “Pool di Mani pulite” da spedire a Bruxelles, per estirpare il seme della mala pianta che infesta i palazzi comunitari. Chissà come si muoverebbe il dott. Piercamillo Davigo o Antonio Di Pietro, se dovessero gestire questa bollentissima patata. Il primo lo ricordiamo tutti con “affetto” quando suggeriva di circondare il Bel Paese di filo spinato perché in fondo tutti gli italiani sono colpevoli di qualcosa e meritevoli di un bel paio di manette o di una bella custodia cautelare in gattabuia. Anche il ghigno del neo scrittore Carofiglio, ex Magistrato, ospite fisso ed opinionista (di parte) de La 7, non sfigurerebbe nel compito di “ingabbiare” ed ammanettare gli ex compagni di partito. A Milano il pool si fermò di fronte all’omertà del Kompagno G. Ora, al contrario, la magistratura belga sembra intenzionata ad arrivare fino in fondo anche se ad essere indagati sono alti esponenti della sinistra europea. Il PD già in forte imbarazzo in vista del Congresso che si annuncia fratricida, si affanna, complici i giornaloni e gli opinionisti alla Parenzo e De Gregorio, passando per la Gruber, a silenziare il problema e nascondere sotto il tappeto i sacchi pieni di soldi “in nero” (senza bancomat né scontrino) che sarebbero stati, il condizionale è d’obbligo, ripuliti attraverso ONG compiacenti. Forse finirà tutto in un bel PaDel. Il nuovo nome del PD che tanto piace alla Boldrini, alla Petitti e alla Rossi…Ad ogni modo, per ora Davigo e Carofiglio sembra facciano buon viso a cattivo gioco sentendo i tintinnii di manette che suonano ai polsi dei “collaboratori di giustizia”: Panzeri ex sindacalista della Cgil, vicino a Max D’Alema europarlamentare del gruppo Socialisti e Democratici europei e responsabile della commissione diritti umani, la sua commercialista Monica Rossana Bellini, anche lei di area Dem, la eurodeputata socialista, nonché vice presidente del parlamento europeo, la greca Eva Kaili, Francesco Giorgi ex portaborse di Panzeri e compagno della bella Kaili, Nicolò Figà Talamanca, direttore generale dell’ONG No peaced Without justice e poi Marc Tarabella e Luca Visentini. Tutti autorevoli esponenti della sinistra europea. Insomma nonostante la neve il clima si riscalda e assomiglia sempre più a quello che si respirava al palazzo di Giustizia di Milano. E' partita la corsa a chi si pente per primo, solo che questa volta a tremare non è il vecchio Pentapartito di italica memoria, ma il PD e la sua ventennale filiera di potere. 
Catone il Censore