venerdì 6 gennaio 2023

Vialli il Diverso

E' morto Gianluca Vialli. Qualche mago della giustizia calcistica od esperto di creatina come farmaco per vincere i campionati, troverà nelle disponibili gazzette, il luogo del culto della menzogna, accostandolo a certi avvenimenti, grazie alle attenzioni della procura torinese. Non voglio partire subito all'attacco del vasto mondo antijuventino, spesso con comprensibili ragioni. Gianluca Vialli è stato un giocatore "diverso" da quasi tutti. Non era un campione, si è definito la spalla ideale per veri fenomeni. Dotato però di sensibilità, intelligenza e ironia di grado superiore al test del giocatore medio. Il tumore ha vinto come quasi sempre. Ho seguito le sue dichiarazioni, mai banali, più dei gol realizzati. Un diverso modo di vedere e vivere il calcio. Non a caso si è rifugiato a Londra, patria indiscussa del football, senza le fastidiose ed irritanti piroette dei Barella, Quadrado ed il lungo elenco di cascatori sull'erba italiana. In Inghilterra quando l'arbitro fischia arriva l'ambulanza o i tories. Concordo quello che affermò anni fa in una delle poche interviste rilasciate. La mia Juve vinse i campionati perchè Moggi aveva allestito una squadra enormemente più forte delle altre. Nonostante i Berlusconi e Moratti. Cercarono in tutti i modi di accorciare il gap, investendo sugli arbitri in cerca di un secondo lavoro, ma la giustizia,
 nella versione (incredibile) sportiva, ritenne non fosse un peccato. Vialli si è sempre espresso con ammirevole sincerità che condivido, non annebbiato dal tifo. Lo sport è giudicato come la società civile. Dipende dal peccatore. E' stato oggetto di mille riforme "Cartabia" che lasciano tutto come prima. Siamo fuori da ogni orbita ed interesse. Le nostre partite sono un susseguirsi di deja vu e fischi inutili. Vialli era cresciuto, come noi, nei campi degli oratoi, non esistevano le scuole calcio a pagamento. La selezione era naturale come la sua invidiabile carriera. Ho sempre ammirato più l'uomo del giocatore, diverso dagli altri che palleggiano solo con i social. 
massimo lugaresi