lunedì 29 aprile 2013

Prendere o Lasciare

Come ci si impicca alla corda della propria inadeguatezza. È questo ciò che mi viene in mente quando torno a vedere l'ennesima veronica del Nazareno sul Trc. Questo suo sali e scendi, questa sua inconsapevole leggerezza, questa sua proverbiale indecisione, questa sua tragica tremarella, questa voglia di dire a cui manca il coraggio di fare sono la radiografia di un personaggio a cui ormai vanno molto larghi gli abiti che indossa. Ma ciò che lascia più confusi coloro che ancora lo seguono è questa voluta mancanza di chiarezza. Questa insistente volontà di dare alle cose una lettura sempre o per lo più distorta. Questo improvvido tentativo di giocare una partita che da tempo non è più la sua. Ma che incurante vuol lasciar credere che lo scacco matto gli appartiene. Domani forse dovrebbe spiegare alla sua maggioranza che uscire non si può, così come non si poteva. Non per le condizioni, ma molto di più per i condizionamenti. Spiegare che l’offerta nei termini e nei fatti è e potrà essere solo un piccolo compromesso al ribasso e nulla più. Per tacitare non certo per convincere. Per finire col dire facendosi bene ascoltare che per scendere davvero ci vuole più coraggio. Ci vuole un sacrificio di molte, proprie e altrui, prossime velleità. Ci vuol un gesto forte. Quasi un addio. Da prendere o lasciare.
alberto nardelli