domenica 14 aprile 2013

Caschetti Gialli

Dodicimila caschetti da lavoro gialli occupano da ieri mattina piazza dell'Unita' d'Italia a Trieste, in segno di protesta per i posti di lavoro persi nel settore dell'edilizia negli ultimi anni. Ascoltando le interviste ad operai e muratori, non vengono in mente né i condomini di Melucci nè i masterplan di Gnassi, ma appare, in tutta la sua tragicità, la situazione di migliaia di padri che non riescono più a portare a casa uno stipendio per dar da mangiare alla propria famiglia. Situazioni disperate di un Paese che invoca capacità di governo da chi ci amministra, ottenendo, per tutta risposta, una beata e menefreghistica inconcludenza. A Rimini, questa situazione è il tipico esempio di come la ricerca del consenso personale possa essere socialmente devastante. Gnassi gioca a fare il verginello dell’edilizia, tagliando tutto quello che oggi non gli piace ma che ha condiviso fino a ieri, bloccando, di fatto, un intero settore unicamente per capricci personali. L’abbiamo detto fino alla noia che esiste la possibilità di procedere con ristrutturazioni e riqualificazioni senza consumare nuovo territorio, ma il sindaco è più concentrato sulle performance personali piuttosto che nel lavorare per approvare in tempi celeri PSC e RUE. Ogni giorno di ritardo, ogni articolo trionfalistico che lo ritrae come il Mastro Titta dell’edilizia, è un giorno di lavoro in meno ed un licenziamento in più. Ci uniamo idealmente alla disperazione di quei padri senza lavoro, vergognandoci un po’, come riminesi, perché eleggendo ( noi no) Gnassi abbiamo contribuito a che ciò accadesse.