martedì 16 aprile 2013

Operazione Nostalgia

Non so perché ma c’è qualcosa nell’uscita del consigliere dell’exPSI dalla maggioranza che fino alla scorsa settimana sosteneva pedissequamente anche se lamentando a volte qualche mal di pancia, la Giunta del Nazareno, che mi incuriosisce e che va oltre l’ordinaria riflessione. Di per sé la decisioone appare un atto politico conseguente. Il partito che fu di Craxi, ha assunto una chiara e decisa posizione di contrasto alla decisione del Nazareno di introdurre la tassa di soggiorno, votandone palesemente la contrarietà e rifiutandosi di approvare un Bilancio di previsione che, contenendola, non era, a suo giudizio, per questo condivisibile. Si rompe un patto, una se pur molto flebile e fin qui storica alleanza. E si riparte. La politica della democrazia delle rappresentanza è questa. Nulla di straordinario quindi. A meno che.... a meno che, non si venisse a scoprire che la decisione di uscire dalla maggioranza non fosse in sè, propedeutica ad un disegno più ampio. Ed eccolo sibillino, come un pensiero che torna, quel qualcosa che mi incuriosisce. Sarà e lo premetto che abituato a far di conto con i bizantinismi della politica politicizzata, ho maturato un condizionamento riflesso, che mi induce qulache volta ad atterarre ancora su scenari da vecchie alchimie, ma se torno indietro di qualche giorno, mi ritrovo di fronte alla presa di posizione di Giovanni Bezzi, (storico reduce del vecchio PSI), momentanemamente parcheggiatosi con il prorio camper, nella piazzola di largo d'Orleans, che lancia l’idea e la proposta di aprire alle forze moderate e socialiste le porte per la costruzione di una nuova lista civica. E ci vedo nitido come il sole a mezzogiorno un messaggio o devo chiamarlo meglio uno specifico invito di ricollocamento trasversale, che a quanto si dice ma che si capisce già, ha dei mandanti e dei mandatari. Tra questi ci sono alcuni orfani del PSI che non stanno più tanto bene nel PDL, qualche ex margheritino che ormai nel PD conta come il due di coppe quando la briscola è a bastone, e non ci crederete, ma anche qualche voce del profondo dissenso che ormai agita da tempo l’aria storica del vecchio PCI. Un’operazione nostalgia, insomma, che punta a conquistare una posizione centrale e condizionante. Un modo come un altro per ri-aprirsi, con un veste nuova e con nuovi fiocchetti al vento, a quella politica dei due forni che ha fatto la fortuna di molti equilibristi della politica cittadina. E che stroiracamente non disdegna certo la possibilità di rimodulare un più consistente accordo che come un gioco di specchi muova l'acqua ma non rovesci il bicchiere. Un disegno legittimo e per certi versi plausibile nella sua ovvietà che blatera futuro e novità mentre nella realtà è più evidente quanto la città senta sempre più forte l’esigenza di una risposta alternativa al continuismo arrogante e all’azzardo morale di questo Pd riccionese che sta scegliendo ancora una volta di far finta di cambiare. Una città che sembra ancora in attesa di una risposta organicamente più solida e più aperta alle vere e credibili forze della società civile, che non si capice bene perchè tarda ad arrivare. Ma che non potrà certo e per molto tempo ancora tardare. Una forza che sia lontana e distante dal movimentismo saccente e caciarone dei paolinisempreinpiedi, vicina e accanto piuttosto a chi è in grado di assumersi e sostenere la responsabilità e la scelta di guardare oltre lo steccato ideologico e proporre alla città un radicale e sostenibile cambiamento. Una forza che raggruppi in sé la parte migliore e più illuminata e affidabile dell’imprenditoria, delle professioni e delle protagonismi personali e sociali della città. Di questo Riccione ha bisogno, davvero.
alberto nardelli