domenica 21 aprile 2013

Due Piagnoni

Quando i Segretari piangono la farsa diventa tragedia. Ricordate le lacrime alla Bolognina del dimenticato Occhetto e le insultanti gocce parlamentari di Bersani. In entrami i casi sono concordati in continuità per liquidare un partito con il patrimonio della sinistra. Masini ed i soci pubblici si sono limitati alla cancellazione del patrimonio. Quattro persone hanno deciso i destini del Paese, scongelando Napolitano ed i cartoni già imballati al Quirinale. Bersani, Berlusconi, Monti sono andati in processione da George, li attendeva trepidante, voleva fare il secondo dispetto a Rodotà. Non sembra abbiano dovuto supplicarlo, la sindrome del salvatore è una malattia congenita, solo il partito comunista non è riuscito a salvare. La folla in Piazza era già ribollente di odio per la casta, ha fatto bene Grillo a non fare il ceceno di turno, aspettavano solo un atto leggermente sovversivo per completare la sceneggiatura scritta perfettamente dai due Letta. I Vanzina della politica hanno preparato un altro cineparlamentare italico. Sono insuperabili, riuniti i migliori comici, hanno fatto ridere e godere il Cavaliere. La specialità della casa. La giornata matta si chiude così, con una folla pronta al linciaggio che si raduna attorno al Palazzo, una marea di gente gonfia, ciascuno con i suoi problemi e il suo rancore confuso. Alla fine il grillismo è forse la componente meno attiva. Beppe ha invitato alla calma. Dentro quel Palazzo chiamato ancora Parlamento è stato rieletto Giorgio Napolitano. Un Presidente con due timer, politico e biologico. Chi suona prima vince. La folla s'ingrosserà, diventerà la valanga che sommergerà i partiti. Per fortuna Gnassi ha fatto con due strisce una pista ciclabile per tutti, eccetto Rumba.