venerdì 12 aprile 2013

A Pensarci Bene

Al di là delle urla e degli schiamazzi degli inferociti albergatori che hanno invaso l’aula consiliare del Comune di Riccione mentre si discuteva dell’introduzione della tassa di soggiorno. Al di là anche di una più articolata riflessione sulle motivazioni, i presupposti e le esigenze che hanno costretto il Nazareno e la sua fedelissima HeidiVaro a deciderne la controversa adozione, ciò che resta della lunghissima e nervosissima seduta del Consiglio Comunale di ieri sera è una domanda di una semplicità assordante. Può un sindaco, dopo tre anni di mandato, ridursi a governare la sua città usando più che l’arte del consenso e del compromesso, (pragmatico per quanto si vuole) quella della conflittualità e della contrapposizione? Non c’è dubbio che chi governa decide e chi decide fa delle scelte. Non c’è dubbio che a dettare le scelte sono soprattutto le priorità e le condizioni. Non c’è dubbio, è vero, che si è parte di un tutto, e che i limiti, la discrezionalità e il potere sono in parte e a ragione sono insufficienti. Ma quel che ieri sera quella seduta di consiglio ha detto è qualcosa in più che trascende dalla contestualità per abbracciarne il senso. Quei fazzoletti agitati come leggeri protesta hanno detto che il connubio tra rinvio e superficialità, per chi è stato ed è inadeguato a governare, è davvero un esercizio devastante. Sto seguendo orami da tempo le vicende, o dovrei dire le vicissitudini, del Nazareno al governo della città di Riccione e ne ho, come in un diario, segnalato, via via, i passaggi più emblematici e più catastrofici, ma quello che mi sembra appaia assai evidente è che la sua “peggior qualità” sia stata ed è quella della sottovalutazione. Ha, nel corso di questi anni, pur consapevole (perché lo sapeva già, altrimenti la questione diventa ancora più compromettente), che la città di Riccione era stata ingabbiata in una indistricabile e pesantissima rete di impegni e limiti economici e finanziari, agito con imbarazzante superficialità, lasciando sempre credere che c’era una ammaliante risposta per tutto, una soluzione efficace per ciascun problema. Adagiando la sua inadeguatezza, sotto la plausibile, ma non certo efficace, difesa, che sia la crisi economica, che i tagli dello Stato che il necessario rispetto del patto di stabilità gli hanno garantito, ha beatamente tergiversato su tutto, rinviato, in parte anche nascosto e sottovalutato , ogni problema, anche quelli che a risolverli bastava un solo saluto. E, nel pieno della sua incapacità a programmare, li ha fatti diventare dei casi, dei problemi così complessi da dover ricorrere a consulenti, pareri e legali per provare a trovare una improbabile soluzione. Così facendo ha fatto in modo che tutti i nodi con il loro portato di inefficienza e di mancata programmazione arrivassero al pettine e lo facessero con una straordinaria concomitanza, da tempesta perfetta. Fateci caso e se avete voglia fate da soli l’elenco dei problemi trascinati fino all’inverosimile per renderli, alcuni, addirittura irrisolti. E non indugiate troppo sul TRC o sul Palazzo dei congressi o sul Piano spiaggia o sulle varianti del RUE. Questi sono solo le punte di un iceberg che ha travolto la sua amministrazione e coinvolto, disintegrandolo, il suo partito. Andate più in profondità, nelle cose più semplici e umane del vivere di questa vostra città. Nelle piccole cose del fare quotidiano. Ecco, a pensarci bene, l’introduzione della tassa di soggiorno, parte da qui.

alberto nardelli