mercoledì 17 aprile 2013

Puttane a Rimini

Vorrei commentare la proposta choc della locale presidente albergatori Patrizia Rinaldis in ordine a regolarizzare e tassare la prostituzione. L'uscita mi sembra piuttosto infelice in quanto, oltre a citare, per me a sproposito, il sacerdote scomparso Oreste Benzi e nientemeno che Agostino d'Ippona, la Rinaldis afferma "se proprio proprio dobbiamo tenercele in strada, almeno tassiamole". Un concetto abbastanza discutibile sotto il profilo etico. Il passato. Puttane a Rimini. Noi abbiamo sempre fatto scuola, prima ancora che come città turistica come porto di mare ed infatti il "postribolo" riminese era proprio davanti al porto quando questo in un tempo remotissimo era quasi a ridosso del ponte di Tiberio. Dopo, quando la prostituzione è diventata fuorilegge, le 'poverine' fuoriuscite dalla "Castlaza", v. Cavalieri e limitrofi, si sono posizionate con i loro pappa napoletani nella zona di via Roma. Che conosce peraltro ad oggi nuovo appeal, la zona San Nicolò torna ad essere terreno di meretricio, cinese e africano. Di più. Noi come Rimini abbiamo fatto scuola nel settore merceologico confinante "trans" con la frequentatissima famosa in Italia, Zona Gros. E ancora. Proprio per la nostra vocazione al meretricio Rimini è il riferimento per la scappatella extraconiugale o per le fisiologiche esigenze dello "scapolone" per decine di cittadine nei paraggi evidentemente sprovviste di questo servizio anche fuori regione ( Marche), fuori nazione ( San Marino) e serviamo tutto il Montefeltro. Quindi vedete come un "giro di vite" proibizionista creerebbe evidenti scompensi. Tendenzialmente io penso che questo genere di servizio, quando i tempi saranno maturi, si farà in normalissimi Centri Massaggi. Poi insomma la De Rinaldis dovrebbe sapere che ogni meta di turismo internazionale ha il suo quartiere a luci rosse che il turista pure cerca. "E' uno schifo", e va be' però come si fa altrimenti? 
Alejandro Zobeta.