domenica 28 aprile 2013

Risorge pronto

Il Cavaliere è tornato dagli Sati Uniti, colpito dal jet lag e dall'età quirinalizia, lo hanno svegliato giusto in tempo per l'aereo che lo ha catapultato a Roma a benedire la sua creatura. Il governo delle larghissime intese e grembiulini bancari, è partito, i D&G Letta hanno fatto un ottimo lavoro. Il Pidi è fottuto, la dependance di Huffy sta per chiudere o traslocare al Fatto. La Lucia è sempre più incazzata, una robaccia come questo mucchio di brunetta non se l'aspettava. BarbaPapà se non avesse un pacco di azioni lo avrebbero già mandato a... L'assoluto protagonista della scena politica non è il pretino Bildemberg nominato al posto dello Zio, ma Lui ancora Lui. Doveva essere spazzato via dalla crisi che un anno e mezzo fa lo ha costretto alle dimissioni da premier. Seppellito dall’esecutivo tecnico della sobrietà e del merito. Accantonato dai suoi uomini pronti a tradirlo. Dimenticato dagli elettori italiani troppo a lungo illusi. A rischio piazzale Loreto fino a due mesi fa e braccato dai magistrati. E' tornato al centro del palcoscenico a riprova della indecente qualità della politica italiana. Ingombrante regista del governo che sta per nascere. Lo sa, e se ne compiace. L’ex presidente americano Bush lo invita in Texas per assistere dormendo all’inaugurazione della sua biblioteca-museo. Il Cavaliere parte per gli States e blocca il negoziato per il nuovo esecutivo. Silvio Berlusconi il generoso, che poteva stravincere le elezioni in caso di voto anticipato ma ha preferito dare un governo al Paese. Silvio Berlusconi che dà lustro alla Patria, ospite d’onore in un simile consesso internazionale. Lui si frega le mani soddisfatto. Rivela ai giornalisti di aver chiacchierato amabilmente con il presidente Obama, di aver spiegato la sua ricetta economica all’ex Bill Clinton. Pensare che in Italia qualcuno lo considerava un impresentabile. Napoli sono davvero troppe e non sembrano le ultime.