La tassa di soggiorno intesa " come corrispettivo, per quei cittadini
"temporanei", cioè i turisti, a cui vengono garantiti i servizi necessari per vivere nel
migliore dei modi il loro soggiorno", così l'assessore al Bilancio Brasini, non
convince e mi spiego. In effetti, pur essendo vero che questa imposta vige in una
percentuale altissima dei comuni italiani, quasi tutti, anche quel "non turistici" la
richiedono - la tassa mai potrà essere applicata invocando i motivi sopraddetti
dall'assessore. E questo per il semplice motivo che quando io mi sposto dal mio comune
di residenza ad altro comune IO SGRAVO IL MIO COMUNE della mia 'onerosa presenza' e
pertanto sarebbe, semmai, il mio comune a doverla versare, considerato che io e chiunque
altro versa tasse per 365 giorni all'anno, ed anche se si sposta è già "coperto", mi
spiego? Quindi la tassa è evidentemente uno dei diecimila modi con cui un Pubblico
voracissimo chiede e pretende dal cittadino. Se motivazioni possono essere tollerate, sono queste: a) come un pedaggio che si richieda per la particolare amenità del luogo, come te la chiedono per salire sulle Tre cime di Lavaredo, BZ ; b) come 'integrazione'
perchè comunque il lampione davanti a casa mia resta acceso, sia che io sia presente o
assente consumo sia ove risiedo, sia ove sono, in parte però; 3) considerato che il
turismo necessita per la sua peculiarità della partnership pubblica, nel senso per
capirci che le aiuole davanti casa mia non sono come quelle davanti al Grand Hotel, si
richiede di restituire parte di quello che i comuni spendono per rendere il luogo di
vacanza più bello, ameno, pulito, sicuro, attrezzato etc. del comune ove si risiede -
sempreché, sottolineo, il Comune questo lo faccia. Quest'ultimo penso sia il motivo che
indusse la municipalità riminese secolo scorso tra le prime a richiederla. Quindi per
concludere una soluzione equa ma di difficile attuazione sarebbe che la tassa fosse
condivisa fra il turista ed il comune che egli " sgrava" in parte o sia i 2 euro che
chiediamo al turista milanese o che chiedono a me quando soggiorno una notte a Milano
dovrebbero convenzionalmente per metà essere pagati reciprocamente dai comuni.
Prof. Alberto Amati.