martedì 23 aprile 2013

Uscita di Scena

Daniele Imola sbatte la porta del Pd, straccia la tessera e si vergogna del Pd che anche lui ha contribuito a far scoppiare. La patetica presa di posizione con la quale l’ex sindaco delle meraviglie a debito di Riccione si chiama fuori dalla politica, ce la poteva risparmiare. Davvero. Lascia accusando D’Alema di aver anteposto i suoi interessi privati a quelli del paese. Immagino si riferisse al fatto che più o meno una cinquantina di deputati vicini al baffetto, contribuendo ad affossare la candidatura di Prodi o quella di Marini alla presidenza della Repubblica, abbiano così deciso la sconfitta politica di Bersani. D’Alema ha tante colpe, anzi ha la colpa maggiore di aver condizionato e costretto per molto tempo all’immobilismo, ancorandolo ai suoi proverbiali infidi tatticismi, un partito che aveva bisogno invece di aria nuova. Ma è troppo facile scaricare su di lui tutte le responsabilità di un così fragoroso fallimento. Se Imola non se ne fosse ancora reso conto nel Pd si è consumata una saga tolkeniana. Prendere atto della realtà sarebbe stato il primo gesto di chiarezza. Innanzitutto partendo dal fatto che la linea politica di Bersani che lui ha avallato e sostenuto ha perso. E, facendolo, molto probabilmente, sarebbe stata più responsabile e adeguata una uscita di scena senza clamore.
alberto nardelli