martedì 9 aprile 2013

Il Cielo del Nazareno

Giovedi prossimo il Consiglio comunale di Riccione affronterà la discussione sul bilancio di previsione del 2013. Si ripete lo spettacolo delle buone intenzioni. E a leggere quanto trapela dalle indiscrezioni, si può ben dire senza pericolo di essere smentiti che nulla di nuovo si agita sotto il sole del Nazareno. Un deja-vu questa volta un pò più stonato, che pesta la vecchia melodia sempre sulle stesse note. Ed invece bisognava andare oltre il bilancio 2012 straziatamente ragionieristico, e prendere una direzione di marcia che si rivelasse giusta nel medio e lungo tempo. E alla quale soprattutto le associazioni di categoria avrebbero dovuto o dovrebbero dare un loro concreto contributo, (non limitato alla imbarazzante espressione dell’assenso o della contrarietà, nel momento in cui il bilancio viene presentato), che possa presupporre la possibilità di concorrere alla formazione di un progetto pluriennale. Una strada che si sarebbe dovuta intraprendere prima per non arrivarci sotto contrarietà. Sarebbe stato perciò necessario ragionare non solo sui singoli provvedimenti, ma sulla politica dei grandi temi: i rifiuti, per esempio, nella cui gestione serve una maggiore liberalizzazione o i servizi sociali, dove va favorita la privatizzazione , favorendo la competizione tra imprese e senza creare riserve di privilegio alle cooperative sociali, o la realizzazione delle opere pubbliche, dove occorre una maggior attenzione alle condizionalità, o le aziende a partecipazione pubblica, dove la presenza del Comune deve diminuire fino a scomparire, o ancora le alienazioni degli immobili che non devono servire solo al reperimento di fondi per il bilancio ma per dare un colpo severo all’abbattimento del debito. O come, infine, il decoro della città che deve essere uno dei punti di assoluta priorità, visto che per una città turistica il biglietto da visita sta nella sua bellezza nel suo ordine e nel suo decoro. Per non parlare della forte azione di spending review che andrebbe assolutamente fatta con l’obiettivo di tagliare vecchi cordoni ombelicali che legano le scelte con il diritto di appartenenza o peggio con lo scambio del consenso. Nel bilancio 2013 di Riccione sono oltre 4, i milioni di euro che complessivamente alimentano questo filone della sussistenza che poco in verità ha a che fare con la sussidiarietà. E non basta dire che vista la situazione di crisi, si fa quel che si può. L’introduzione della tassa di soggiorno compresa è un aggravio, ma che rischia di fermare il turista. Così come l’eccessiva pressione fiscale sulle imprese, che rischia di dare una triste impennata alle chiusure o ai fallimenti. Le imprese, soprattutto quelle commerciali andrebbero invece sostenute, soprattutto per favorirne l’occupazione. Il punto vero, è che occorre aprire un nuovo percorso di gestione del bilancio comunale per andare oltre gli interventi che consentono solo il mantenimento dell’esistente e guardare piuttosto al futuro, programmandolo con interventi di progettazione partecipativa sulla base dei principali temi di sviluppo economicamente sostebibile che si vuole dare ad una città che appare sempre di più destinata da un problematico futuro. E non solo puntare alle stringenti necessità. Questo io mi sento di dire. 
alberto nardelli