mercoledì 10 aprile 2013

18 Aprile

Il 18 Aprile finisce la stagione della Coppia più Pompata dai giornali dei poteri bancari. Monti&Napolitano chiudono male, dall'imbroglio di Maastricht, alla tragedia dei marò, fino alla farsa delle badanti sagge di un governo dimissionario. Non vogliamo infierire su Pigi, stanno già preparando il successore, si dividono tra Barche e Cayman. La crisi del settimo anno ha colpito il Quirinale, per diversi mesi i giornali di cortile lo avevano innalzato al rango di protettore degli italici debiti, un garante per Draghi, attraverso la sua invenzione montiana. I suicidi di stato sono la conclusione tragica per tanti imprenditori e semplici cittadini. Per mesi i gazzettini e politologi di regime, hanno incensato frasi talmente banali che potevano essere emesse anche da un Papa. Napolitano ha perso quel tocco magico che gli aveva consentito di regnare, indisturbato e incontrastato, sulle rovine politiche del Paese. La moral suasion non incanta più nessuno, alle elezioni è stato un peso aggravante il bilancio del suo partito di riferimento. Ha tentato, dopo, una furbesca rivisitazione dell'ironico boom sul MoVimento, non lo ascolta più nessuno. Lui però ha trovato il tempo per eseguire gli ultimi ordini americani. Una volta erano i partiti che comandavano il gioco, una invenzione come Monti non sarebbe passata. La sua salita alla politica agevolata dal pass senatoriale ad vitam, non sarebbe stato un passo consentito. Don Sturzo, in un discorso pronunciato nell'aula di palazzo Madama, disse al capo dello Stato Gronchi, che in un ordinamento democratico, non era consentita alcuna forma di magistratura morale. Scalfari ha applaudito il Governo Monti concedendo a George il permesso di intervistarsi a vicenda. Il vero declino istituzionale del ruolo presidenziale iniziò a novembre dello scorso anno quando l'Italia alzò bandiera bianca di fronte ai prepotenti del Vecchio Continente. Germania e banche d'affari americane in testa. Nel giro di poche ore Napolitano esonerò il premier Silvio Berlusconi, che alle elezioni del 2003 aveva raccolto i maggiori consensi e che non è mai stato sfiduciato dalle Camere. Liquidato il Cavaliere, consenziente, ma non tanto, nominò senatore vita Mario Monti per insediarlo, in tempi da record, a palazzo Chigi insieme al suo governicchio tecnico. Il finale lo conoscete, lo conosciamo, lo stiamo ancora soffrendo. Dispiace per la Boldrini, quei fischi se li meritano Altri.