giovedì 11 dicembre 2014

Ancora un passetto decisivo verso la guerra

Non più di un’ora fa il Vice-Segretario alla difesa americano Rose Gottemoller ha dichiarato, nell’apposita Commissione del Congresso degli Stati Uniti che, in aggiunta alle sanzioni economiche, è necessaria una (testuale) “pressione militare” sulla Russia. La dichiarazione è importante perché, in termini bellici, “pressione militare” significa “attacco”. La spiegazione di questa pesante dichiarazione, che non passerà certo inosservata, è duplice. Da un lato, gli Stati Uniti ed i loro alleati-vassalli non sono evidentemente assolutamente sicuri dell’efficacia delle “sanzioni economiche”, anche se esse ormai hanno paralizzato mezzo mondo. In Italia ne sappiamo qualcosa. Quindi occorre passare, cominciando intanto a minacciarla, all’opzione militare. E qui le cose si fanno più difficili. Infatti fino a qualche anno fa una dichiarazione del genere avrebbe significato: “attacco nucleare preventivo”, con conseguenze evidentemente catastrofiche, anche in caso di successo. Oggi, con il sistema di attacco GPS (Global Prompt Strike), basato sull’impiego massiccio e contemporaneo di armi non nucleari, un’affermazione quale quella della Gottemoller potrebbe voler dire che gli Stati Uniti si sentono abbastanza sicuri in tempi brevi di poter distruggere i centri vitali del nemico russo con l’uso di questo tipo di armamenti, contando inoltre sull’effetto combinato dello scudo antimissile e della scommessa dell’assoluta precisione dell’attacco GPS. Tale comunque da scoraggiare una reazione nucleare da parte dell’aggredito con le forze che gli fossero rimaste. Questa in fondo è il succo del sistema Global Promt Strike. Oppure si tratta di un bluff. In ogni caso, ci troviamo di fronte alla più grave dichiarazione del dopoguerra, perchè mai dal 1945 era stato preannunciato un attacco militare di questo genere. 
 Woland