mercoledì 10 dicembre 2014

L'Italia di Draghi

Da due anni aspettiamo che Mario Draghi dopo avere rifiutato il posto di Presidente dell'Italia che non conta un ca...per mantenere quello della Bce che conta troppo, annunci finalmente misure forti per rilanciare la crescita dell'Eurozona. Ne parlano ad ogni conferenza stampa, i giornali del cortile di casa, compilano stupendi e rassicuranti articoli mentre la disoccupazione e la corruzione proseguono drammaticamente, ma soprattutto indisturbate. Ad ogni scandalo, alluvione, disastro, tragedia ricorriamo alle misure emergenziali quando non riusciamo a fare funzionare quelle normali, tanto meno nella giustizia. Sarebbe il primo segnale che stiamo risalendo. Il Cancelliere ha dato la sua versione sul perchè lo scandalo romano sia uscito adesso dopo tre anni di indagini. Non raccontate che sono terminate. Come si vede e legge sono solo agli inizi. Solo che Roma è molto più grande di..Rimini. Sappiamo tutti che c’è bisogno di una manovra in grado di impattare profondamente sui mercati finanziari dell’eurozona e che ne abbiamo bisogno adesso, se vogliamo vedere un effetto sull’andamento dei prezzi. Il problema è la deflazione. Molti anni fa è stato deciso che l’obiettivo per l’Europa dovesse essere un’inflazione al 2 per cento. Mentre sembra che le regole di bilancio debbano essere rispettate alla lettera, nessuno pare interessato a rispettare l’obiettivo di crescita dei prezzi che ci siamo dati, né tantomeno sta facendo qualcosa affinché ciò avvenga. La deflazione è una circostanza estremamente negativa per l’economia. E quel che è peggio è che, di fronte al pericolo della deflazione, non si comprendono le motivazioni che possono impedire alla Banca centrale europea di immettere liquidità nel sistema acquistando titoli di Stato. Se la stessa situazione di deflazione si fosse presentata ai tempi del Marco, la Bundesbank avrebbe già stampato un sacco di moneta. Se non vogliono i titoli di Stato italiani, che concentrino i loro acquisti sul Bund. Il problema oggi non è (solo) l'euro ma le politiche che sono state adottate nell’Eurozona. Io sarei (anche) a favore dell’euro, lo sono stato, purché la moneta unica venisse gestita nell’interesse di tutti i Paesi europei. Oggi non è così, purtroppo. La crisi voluta dagli angloamericani nei confronti del partner strategico russo è stata la goccia che ha fatto traboccare il mio calice con le poche certezze rimaste. E' diventata una Nato finanziaria, uno strumento di lotta per favorire sfacciatamente esportazioni tedesche e potenze obamiane. A causa di queste politiche, in Europa le divergenze, al posto di ridursi, stanno aumentando. I Paesi del Nord stanno guadagnando terreno e quelli del Sud lo stanno perdendo. Noi siamo sempre a sud di Paperina Merkel. Aumentano le differenze tra giovani e adulti nel mondo del lavoro. Insomma, le politiche dell’Eurozona al posto di unire, dividono. Esiste il pericolo reale di una implosione dell’Unione Europea? Non penso che la rottura possa avvenire per la mole delle firme raccolte da Grillo per disperazione più che convinzione. Molto più serie le ripercussioni in Francia ed Inghilterra e quelle di oggi in Grecia. La palla è nelle mani quanto mai indecise ed insicure della Merkel. Così come non credo che la Germania voglia passare alla storia come il Paese che ha distrutto l’Eurozona, mandando in fumo il processo dell’integrazione europea che iniziò dopo la Seconda Guerra mondiale. Il dramma è che ci siamo accodati come sempre ad un Trattato voluto dagli altri potenti ed oggi siamo quelli che difendono il bidone della benzina ..tedesca. La Troika non poteva scegliere un guardiano migliore di Pittibimbo. Il risanatore del Pd. Ma mi faccia il piacere... 

P.S.
Nonostante mi sia pentito e gli abbia confessato che sono stato anche a ..favore di Hera, il Cancelliere non mi ha concesso nessuna assoluzione. Il suo antieuropeismo è culturalmente ineccepibile e convincente. Dopo le minacce di Juncker il lussemburghese, sono andato a prendere il modello per firmare il referendum.