sabato 27 dicembre 2014

Un anno di merda

I due trimestri consecutivi, a fine 2013, con una ripresa vista solo dai giornali di regime, potevano fare sperare per un 2014 meno di merda di quelli precedenti. Non si era visto nemmeno in Grecia una recessione tanto lunga ed ostinata. Per fortuna l'estate turistica secondo le Rinaldis era andata splendidamente. I passeggeri, a dispetto di un aeroporto fallito, continuavano ad arrivare a piedi o spingendo gli aerei. Insomma almeno a Rimini tutto procedeva secondo il copione imposto a quattro/tre fotocopie dell'informazione taroccata come una borsa Vuitton. Doveva essere l’anno della ripresa, a dire il vero ci avevamo creduto o sperato un po’ tutti. Invece sta arrivando il 2015. Non ricordo una attesa tanto intrisa di paure. Nemmeno il Carlino riesce ad essere fiducioso. L'Expò, la festa espositiva più lunga al mondo, si è rivelata come tutti i grandi progetti italiani: l'esposizione dei furti, personali e politici, al dettaglio ed ingrosso. Le società ed associazioni a delinquere oggi hanno una composizione sociale alla "amatriciana". Il metodo Buzzi&Carminati è usabile lungo lo stivale. Dipende sempre quanto e se indagano. Oggi scontrarsi con il Pd è un serio pericolo per un magistrato. Non hai alternative, difficilmente ti candidano dalla parte avversa. Controlla ferocemente il Csm, mentre l'Anm è una lontana rappresentazione del vecchio centro di potere. Crescita, investimenti, consumi sembravano essere le parole d’ordine di un anno che avrebbe dovuto definitivamente archiviare parole tetre come debito, spread, austerità. Non è andata così, lo sappiamo bene anche se non lo leggiamo quasi mai. A Rimini secondo la stampa regimata, dovremmo vivere ancora i Capodanni melucciani, con decine di migliaia di veri turisti accomodati lungo la Riviera. Sono passati oltre dieci anni, dei quali otto li abbiamo e stiamo vivendo in recessione, eppure i titoli delle fotocopie sono gli stessi. Non vi sembra leggermente vergognoso? Addossare al migliore ed elegante Taglianastri della storia riminese le colpe di tutto questo è ingiusto, perfino troppo facile. Ma neanche incensarlo per quello che ha fatto. Il suo bilancio è sconcertante: una pista ciclabile con soppalco abusivo ed un ponte "espresso" al quale ha cambiato il nome in diretta consiliare. Volete aggiungere, se appartenete al ristretto cerchio amicale, anche alcune casette dei puffi CiViVo? Non lasciategli però il palmares della Scuola I Maggio, se la devono dividere almeno quattro sindaci, prima di lui. Certo ci sono state le tensioni geopolitiche, la frenata tedesca e quella cinese, le stupide sanzioni alla Russia, tutto quello che volete. Ma il fardello affondante che ci portiamo dietro e con il quale iniziamo anche il prossimo anno non permette nemmeno ad un'artista dell'intrattenimento politico come Pittibimbo di prendere per il culo gli italiani. Solo a Rimini si assiste al miracolo di Capodanno con la trasformazione dei meno in più. Il calo nazionale, osservato e scritto all'italiana, quindi con tutte le approssimazioni ed il "nero" che in questo caso gioca a sfavore, ci ha portato a quello che i padroni americani chiamano “Triple dip”. Terzo trimestre recessivo..consecutivo. Un primato da suicidio di massa. I consumi non sono ripartiti nonostante gli 80 euro. Investimenti, pubblici e privati, sono diminuiti in un anno del 2,3%. Dall’inizio della crisi, sono diminuiti del 25%. Valgono circa 1 milione di posti di lavoro, sei punti in meno nel tasso di disoccupazione, -3% di produzione industriale che diventano quasi 30 partendo solo dal 2007. Settori come quello automobilistico, calzaturiero, o quello degli elettrodomestici, la pancia del made in Italy, sono agli sgoccioli. Cala il Pil, calano gli investimenti, cala la produzione industriale ed un tasso di disoccupazione da fare spavento sempre tenendo presente che il famoso sommerso oggi è riemerso, gonfiando le cifre spaventose. Un ultimo dato: nel 2007, il tasso di disoccupazione, era pari al 6,6%. E' esattamente raddoppiato. Disoccupazione istat 35,4%, il vero spread coi tedeschi. Però siamo un Paese finalmente all'avanguardia. Hanno cancellato l'Art 18, che nei periodi di splendore occupazionale ha riguardato solo qualche migliaio di lavoratori. Per essere sempre i più furbi, abbiamo cancellato anche i lavoratori. 

P.S.
Abbiamo fatto gli auguri al Cancelliere, ce li ha rispediti gravati solo dell'Iva svizzera, quella che De Benedetti usa per il suo reddito. Renzi comincia a fare schifo anche a Barbapapà. Aspettiamo un articolo sull'arrivo della prossima guerra. Nel 2015 avremo anche quella, però senza Art 18, ma con la stessa quantità di merda in mare.