mercoledì 10 dicembre 2014
Il South Stream di..Rimini
Nel porto di Burgas in Bulgaria è parcheggiata la nave Castoro 6 della Saipem. E' carica di tubi che dovevano servire per la costruzione del South Sream, il gasdotto che sta sulle palle agli americani. Dopo le sanzioni decise da Obama ed accettate dalla codina Europa, la rinuncia di Putin alla realizzazione del gasdotto porta altre disgrazie all'Italia, oltre alla cancellazione dei voli della speranza sullo scalo di Fellini. Un segnale del declino economico europeo. I perdenti risultano Italia ed Ue. Il South Stream non si farà, ha detto il presidente russo Vladimir Putin ad Ankara lo scorso 2 dicembre, scatenando allarmismi, accuse di provocazioni, interpretazioni complottiste che non faticano a vedere negli Usa i responsabili di questa decisione. Hillary Clinton già nel 2009 aveva adombrato questa strategia dopo quella "ovale" del marito. Mentre la nave italiana sosta nel porto in Bulgaria, piena di tubi da posare nel Mar Nero per portarci a prezzi inferiori il gas, il progetto del South Stream iniziato nel 2007 è crollato dopo sette anni. Italia ed Europa si sono fatte del male con le proprie mani.
La crisi economica internazionale, va detto, e il calo dei consumi europei, giocano un ruolo fondamentale. Ma se il presidente russo Putin ha deciso che il South Stream non vale il denaro che sarebbe servito per realizzarlo, le ragioni affondano nella crisi ucraina. Per Putin il gas russo continuerà ad arrivare in Europa e in Italia nonostante la crisi ucraina. Ormai questa la possiamo considerare una certezza. Abbiamo chiesto la conferma al Cancelliere e ci ha mandato a fantubo. Se non si è interrotto durante le rivolte di Piazza Indipendenza a Kiev, e nemmeno poi, durante la feroce guerra civile tra governativi e i separatisti dell’Est, il flusso di gas che attraversa il territorio ucraino non si fermerà nemmeno nei prossimi anni. Quindi per Putin è venuta a mancare la ragione politica principale che lo stimolava nel finanziamento del South Stream. La necessità di liberarsi per sempre della capacità di ricatto di Kiev e far arrivare le scorte energetiche in Europa bypassando tutto il territorio ucraino. A questo sarebbe servito il South Stream. Bruxelles, dopo la crisi di Piazza Indipendenza, ha deciso di farsi carico dei problemi economici ucraini, e di finanziare i suoi acquisti di energia. Quando lo scorso 30 ottobre Kiev e Mosca hanno firmato il nuovo accordo sul gas, dopo sei mesi di negoziato, Ue e Fmi si sono fatti garanti con la Russia in caso di insolvenza da parte ucraina. Con una capacità di 63 miliardi di metri cubi, il South Stream avrebbe visto il suo sbocco direttamente nel Bel Paese. Un terzo del gas sarebbe stato destinato al mercato italiano. Alla fine di tutte le storie siamo sempre il Paese messo peggio. Kiev aveva chiesto a Bruxelles 2 miliardi di euro supplementari di assistenza finanziaria. Se Putin si è liberato del problema ucraino, dunque, l’Unione Europea (noi) ha deciso di farsene carico per i prossimi anni. Con il risultato che il gasdotto South Stream non è stato più considerato necessario, visto che era finalizzato a servire in linea diretta l’ultimo degli Stati core del commercio: l'Italia. Ancora esistono fotocopie locali ..renziane che scommettono sull'arrivo di milioni di russi direttamente dal South Stream di Rimini.