Ieri ho assistito, mio malgrado, a quello che odio di più della politica. L’uso di un tema politico importante ad uso passerella.
Per la rubrica “forse non tutti sanno che”, sta per consolidarsi il progetto di una Macroregione Adriatico Ionica, ossia la progettazione comune, sostenuta da fondi europei, dei paesi e delle regioni che affacciano sull’Adriatico e sullo Ionio. Questo progetto non è esclusivamente indirizzato ai membri europei, ma anche agli Extra UE, in quanto l’obbiettivo dichiarato è l’inclusione di Paesi che non sono attualmente nella Comunità Europea.
Bello. O almeno sarebbe bello se in mezzo a tutto ciò non ci fossero i politici italiani. So poco di quelli Albanesi, Croati e Montenegrini, ma se c’è una cosa di cui sono sicuro è che i rappresentanti della politica italiana, prima di arrivare al fine ultimo dei progetti, antepongono tutto quello che possono accaparrare, si trattasse anche solo di visibilità. Un chiaro e distinto esempio se n’è avuto ieri.
La famosa conferenza sulle Macroregioni, quella a cui tutti i giornali hanno dato ampio spazio sia prima che dopo, quella che doveva durare quasi tutto il giorno, è in realtà durata un’oretta. Non che nel resto della giornata non ci sia stato qualcuno che parlava al Paladebit, inutile cornice del nulla, ma una volta esibitesi le personalità politiche nel famoso numero “diciamo la stessa cosa con toni diversi così sembra altro”, le sedute della sala si sono rarefatte come se qualcuno avesse tirato una fialetta puzzolente.
Discorso di Gnassi, discorso di Bonaccini, discorso di Sandro Gozzi (detto anche Er Zeppola), discorso del Sottosegretario All’ambiente Silvia Velo, discorso degli ospiti stranieri, foto, ripresa di mamma Rai, coffe break e addio.
Non che in tutto ciò non ci sia stato nulla di divertente. Per esempio (so che questa la capiranno in pochi) il sottosegretario Velo dovrebbe pronunciare in maniera meno incerta il titolo Blu Job.. in inglese è un attimo essere fraintesi. A proposito di inglese. E’ stato anche molto simpatico osservare le facce sconcertate della platea quando l’inviato Albanese ha fatto il suo discorso in inglese. Le reazioni sono andate dall’epistassi alla spudorata lettura della Gazzetta dello Sport (che tanto non capisco). Il bello è che Gentian Elezi, Vice Ministro per l’Integrazione Europea dell’Albania, parlava anche un perfetto Italiano avendo studiato a Milano, ma avrà pensato fosse veramente un’occasione europea.
Una citazione a parte la merita il solito Gnassi che continua imperterrito a fare lo stesso discorso riadattandolo ad ogni singola occasione. Sto giro si è risparmiato il “puntino sull’Adriatico”, ma ho visto il rappresentante serbo scrutare il cielo, per cercare ispirazione, quando in cuffia gli parlavano di campanili, via Emilia, via Popilia … giurerei si stesse chiedendo se il Sindaco a Rimini fosse anche il capo dei Pizzardoni. So strani ‘sti italiani. Perlomeno ha concluso in perfetto stile turistico invitando tutti a visitare Rimini. Tutti tranne Bonaccini che ha negato di aver promesso un assessorato a Rimini. Eppure io l’avevo letto il titolone… qualcuno ha raccontato una cazzata.
Sparite le personalità ho pensato che finalmente fosse giunto il momento di parlare concretamente della Macroregione, ma sono stato posto di fronte a delle linee così generali che… l’unico richiamo Adriatico che ho sentito distintamente è stato il mal di mare.
Dunque alla resta dei conti la Strategia UE era quella di dare occasione di un bel set fotografico e menar in gruppo quel povero cane per l’aia. L’effetto più paradossale di tutto ciò sarà quando chi non ha idea di che cosa si stia parlando reclamerà per se ruoli principali in questo progetto, a dispetto di chi se lo cura da anni, come Mario Spacca, il Presidente della Regione Marche.
P.S.
Chi di teatrino colpisce…
@DadoCardone
Citizen