giovedì 7 novembre 2013

Articolo 67

Il Politologo Giovanni Sartori non ha bisogno di presentazioni, forse di cure sollecite. Ha scritto nei suoi 88 anni spesi per trovare un ricetta elettorale e politica, migliaia di articoli e decine di libri. Sono stato un lettore curioso, alle volte anche compiacente le sue analisi. Sono rimasto però atterrito dai guasti che il procedere dell'età, mescolata alla gratuita faziosità possono produrre. Anch'io non veleggio male anagraficamente, spero però che qualcuno mi stacchi la corrente prima di ridurmi così. Cosa ha fatto di tanto deprecabile il Sartori che se non sbaglio e non sbaglio, appartiene allo stretto clubino dei Quirinalisti, nel senso che sono amici, il compagno non usa più, dell'ospite del Colle da ormai dieci anni. Questione di feeling o di età avanzata? Non voglio aprire un gerontocratico dibattito, arrivo subito al motivo dell'articolo. Parlo appunto dell'Art.67 della Costituzione che Benigni recita a memoria con cachet milionari dalla Rai dell'inciucio mentre N.. sarebbe il naturale guardiano e Sartori ovviamente amico dello stesso. Non so se ha sbroccato in ragione di questo titolo, ma il suo accostamento di Grillo a Masaniello è vecchio, usato, anche se pertinente, rimane la considerazione successiva il piatto forte di quello che ho letto con piccola sorpresa sul Corriere della moglie di Letta. Intanto Masaniello non pagava bollette e canoni, lui arrivava solo a Napoli, mentre Grillo viaggia e percorre tutta l'Italia. Masaniello non aveva l'elettricità, microfoni, televisioni, Internet e bambini derivati (sic). Grillo può ancora essere fermato? Il Politologo ricorda che l'Italia pullula di giuristi e anche di giuristi davvero insigni. Eppure a nessuno di loro è venuto in mente.....L'Articolo 67 della nostra Costituzione, per il quale «ogni membro del Parlamento rappresenta la Nazione ed esercita le sue funzioni senza vincolo di mandato. Questa disattenzione è spiegabile? Forse sì, perché le nostre facoltà di Giurisprudenza si sono chiuse in un «formalismo» così introverso da ignorare una norma inserita in tutte le costituzioni delle liberal democrazie europee sin da quando fu stabilita dalla Rivoluzione Francese. Incredibile ma vero. Il risultato è che ai nostri costituzionalisti sfugge che il divieto del mandato imperativo istituisce la rappresentanza politica dei moderni, è dunque vitale per un sistema di democrazia rappresentativa. Se togli questo divieto la uccidi. E il grillismo costituisce di fatto una violazione macroscopica di questo principio. Ma gli eletti hanno titolo per entrare e votare in Parlamento? Secondo l'articolo 67 della Costituzione, no. Perché gli eletti del Movimento 5 Stelle sono appunto vincolati da un mandato imperativo di agire, parlare e votare solo su istruzioni di Grillo e del suo guru; una sudditanza che li obbliga, senza istruzioni, al silenzio o alla inazione. Il suono di una sirena ci ha rassicurato. Dott. Corrado Paolizzi, prossimo Sindaco di Rimini se non avessimo già pagato dazio in Medicina applicata alla Politica, davvero anche noi possiamo diventare così?