domenica 24 novembre 2013

Saga della Spiaggia Atto I°

Penso, da sempre, alla Spiaggia come centro del nostro sistema turistico. Può sembrare una ovvietà, ma eccetto la breve e subito oscurata parentesi di Ambasz non c'è mai stato nessuno all'infuori del malmenato Sandro Baschetti che abbia difeso questa impostazione, oggi perfino rivoluzionaria. Quando arriviamo alla nascita di un Consorzio di acquirenti della sabbia pubblica che comperano pagine locali (costano poco) per manifestare il loro interesse, invece di farlo attraverso regolari bandi, significa che la politica ha fallito. Il Pd anche in questo caso ha ciurlato sotto diversi ombrelloni a seconda del vento e del sole nascente. Un altro scandalo politico di un partito da resettare nei suoi fondamentali. Ho difeso e difendo la centralità del balneare opponendomi, da solo, contro il nascere ed il..fallire delle grandi operazioni infrastrutturali come Fiera e Palas, nelle attuali esagerate dimensioni in superficie e debiti. Adesso sono tutti bravi a leggere e taroccare i dati contabili, solo le fotocopie locali non hanno perso il vizio di occultarli, per compiacere chi li ha foraggiati a colpi di..pubblicità. Destagionalizzazione, cento turismi ed altre stupidate, erano gli slogan dei fenomeni, compreso il complice Gnassi, mai portatore sano di una originale proposta, che consideravano il balneare una delle "tante" offerte da presentare. La ragione del fermo degli interventi sulla separazione delle reti fognanti è questa. Qualche vecchio passeggiatore sulla spiaggia con accompagno canino dovrebbe ricordare che l'unico periodo di splendore fognario è rappresentato dalla prima repubblica sindacale. Da Chicchi fino al Dj, hanno guardato ed operato sopra il terreno...immobiliare. Solo con un turismo balneare di qualità si può ambire al resto e favorire prodotti paralleli. Chi è dotato di una sensibilità culturale è attratto da centri, monumenti, storia, ambiente, enogastronomia, territorio, ma anche la parte che fa riferimento al congressuale e fieristico ambisce ad una città con il marchio di buona qualità. A Rimini facciamo incetta delle medaglie più vergognose. Primi in tutti i parametri respingenti una dimensione della vita perfino modesta. La Città dell'ospitalità la riconquisti se torni alle peculiarità ataviche.  Se ci capiamo e concordiamo su questo, pur in un Piano Strategico con il vizio natale di essere consegnato ad Ermeti, si può raggiungere un compromesso felice. Lasciamo a Pizzolante le vendite a domicilio delle spiagge, se vuole una riconferma deve puntare sui presunti acquirenti, prendendo non inconsciamente in giro i suoi elettori. Siamo il Paese in Europa che ha raggiunto il massimo delle infrazioni, di ogni tipo e genere. Dalla giustizia, al sociale, al lavoro, agli arenili. Pensate che nel momento di massima debolezza politica, con un rappresentante come Letta, si possa battere i pugni sulla sabbia per confortare concessionari monarchici nelle loro discendenze? Perfino arrivare alla presunzione di vendere le spiagge, dividendo nella foto a pagamento la parte illegittimamente edificata dal resto?? Allora proponiamo un referendum per vedere cosa dice la gente, il cittadino. Non credo si debba arrivare a questo, un penitente partito per quanto assuma un evidente connotato democristiano, contiene al suo interno alcune persone pensanti con i vecchi crismi della sinistra popolare. Ancora il MoVimento non ci è arrivato, occorre pazienza, ma attenzione una volta assunte le verità non le tradiscono, come hanno fatto i due parlamentarini riminesi con il povero tarantino. Chi ha più o meno capelli bianchi può ricordare che analogo discorso fu fatto per le aree in fregio. Se queste sono ancora in gran parte di proprietà pubblica, devono ringraziare, senza effusioni, amministratori come il sottoscritto che hanno difeso quegli spazi, in gran parte fagocitati dagli alberghi ed esercizi confinanti. Abbiamo ordito ricorsi perchè rimanessero pubbliche sapendo bene che quelle aree a monte dell'arenile unitamente al lungomare stesso, erano spazi"strategici". Indispensabili  per dotare il nostro sistema di spiaggia di quelle infrastrutture con cui oggi si offre un moderno servizio di balneazione. Pranzare in spiaggia, aree di svago ed aggregazione, in grado di aiutare il nostro sistema ricettivo sostanzialmente privo. Un limite decisivo per la nostra offerta alberghiera. Non a caso, in tempi più recenti ho criticato operazioni che andavano in altra direzione, come la Colonia Murri ed Enel,  ho letto che qualcuno vorrebbe sdemanializzare, mettendo in moto un meccanismo inarrestabile da parte di tutti i frontisti. Dopo di che se lo facciamo sull'aree demaniali, tanto meglio si può riproporre sulle aree comunali rimettendo in gioco la vendita delle aree in fregio al lungomare. L'ultima stupidata è stata la progettazione sostenuta da un branco di miramaresi pensanti, che dopo i successi del loro "Volano" intravisto nell'immobile Colonia Novarese, pensano che sul Lungomare Spadazzi i parcheggi interrati, con sopra negozi vuoti o sfitti possano rianimare una località ormai famosa per il disordine pubblico. Dimenticavo: hanno previsto anche due fontane senza delfini. Per fortuna a queste oscenità alla riminese, la crisi ha messo un tappo anche violento. Quando si arriva ad acquistare una pagina di un giornale fortunatamente letto da pochi intimi, con un appello alla vendita dell'unico patrimonio ambientale pubblico rimasto, firmato e sostenuto dal Nuovo Presidente della Camera di Commercio si inaugura la stagione dei saldi sulla spiaggia. Sostenuta da quelle categorie che dovrebbero impegnarsi in ragionamenti di prospettiva se non sistemici. Complimenti Caro Bugli, un bel esordio, sei riuscito nell'impresa di essere peggiore di Gnassi, che (almeno) sembra pensarla, naturalmente, come la ripensa tutto il Pd...adesso.